Una sola chiesa transfrontaliera franco-tedesca?

 

La coraggiosa proposta della presidente dell’Unione delle chiese evangeliche di Alsazia e Lorena

 

È una proposta coraggiosa, anche visionaria, quella avanzata dalla presidente della Chiesa evangelica protestante dell’Alsazia e della Lorena (Uepal), Isabelle Gerber. A raccogliere la sfida della pastora l’agenzia di stampa evangelica tedesca Epd. Non a caso perché per Gerber, i tempi possono essere maturi «per ragionare su una Chiesa comune tra Uepal,  francese, e la Chiesa protestante del Palatinato e la Chiesa evangelica del Baden, tedesche». Una proposta coraggiosa che non intende imporre modelli, ma avviare un dibattito costituente.

 

«Una chiesa franco-tedesca sarebbe un grande simbolo transfrontaliero e un passo da gigante» Tuttavia, la teologa 56enne di Strasburgo non ritiene che ciò sia «immediatamente possibile». Una chiesa comune dei protestanti in Alsazia e Lorena, nel Baden e nel Palatinato sarebbe concepibile solo come un obiettivo a lungo termine: «Bisogna considerare le difficoltà della lingua e del diritto nazionale». Da settembre scorso, Gerber è alla guida dell’Unione delle Chiese Evangeliche d’Alsazia e Lorena  che riunisce circa 250.000 luterani e fedeli riformati.

 

«In tempi di turbolenze politiche, il compito comune delle Chiese è quello di difendere la democrazia e la dignità umana e di testimoniare la fede cristiana», ha affermato ancora Gerber, che è anche il nuovo presidente della Conferenza delle Chiese sul Reno. I cristiani devono essere davvero «politici». Non devono chiudersi in se stessi, come hanno chiesto alcuni politici in Germania e Francia. «Non vogliamo solo pregare e cantare magnificamente, ma dobbiamo difendere coloro che sono disprezzati», ha proseguito la pastora luterana.

 

Come commenta il sito della Chiesa luterana in Italia Gerber propone un esercizio di immaginazione e di discussione comunitaria invitando le chiese a non limitarsi a gestire l’esistente, ma a progettare con fede e libertà nuove forme di comunione e missione. Un appello rivolto a chi, come molte chiese protestanti in Europa, vive una stagione di piccoli numeri e risorse ridotte.

 

Gerber è convinta che la voce di oltre 1,6 milioni di protestanti nella zona di confine tra Germania e Francia abbia peso e venga ascoltata anche dai politici. I vertici della chiesa, ciascuno guidato da una presidentessa donna, collaborano già strettamente. Le sfide per le chiese sono le stesse, come il calo del numero di membri e di pastori e la gestione degli edifici. La chiesa regionale del Palatinato conta circa 430.000 fedeli, quella del Baden più di 970.000.

 

«Il problema, però, è che tedeschi e francesi su entrambe le sponde del Reno non riescono più a comunicare tra loro in modo naturale», ha continuati Gerber. «Dobbiamo imparare la lingua del nostro vicino. Tedeschi e francesi sono riusciti a superare la loro secolare “inimicizia ereditaria” e a riconciliarsi. Di fronte al timore di molte persone di una nuova guerra mondiale, anche le Chiese devono essere “guardiane della pace”».  Per riuscirci, secondo la pastora dovrebbero approfondire le loro collaborazioni di lunga data: attraverso scambi giovanili, servizi religiosi, educazione alla democrazia, lotta contro l’estremismo di destra e cura delle persone svantaggiate e degli immigrati.

 

Gerber ha anche chiesto che venga promosso l’ecumenismo con le altre chiese cristiane della regione di confine, in particolare con la Chiesa cattolica. Si augura che con il nuovo papa Leone XIV sia possibile una più stretta collaborazione tra le Chiese: «Tutto è benvenuto e possibile, perché no?»

 

 

Foto: epd-bild/UEPAL, Isabelle Gerber