Essenziale è la grazia di Dio e il soffio del suo Spirito

Il Sinodo della Chiesa evangelica dei Fratelli Cechi

 

Dal 15 al 17 maggio si è svolto a Praga il Sinodo della Chiesa evangelica dei Fratelli Cechi: si tratta della più grande chiesa protestante della repubblica Ceca, le cui origini risalgono alla Chiesa Hussita (1431-1620) e all’Unità dei Fratelli Boemi (1457-1620), che richiamano fasi storiche di resistenza, martirio ed anelito all’indipendenza dalla Chiesa di Roma molto vicine a quelle dei valdesi; forse per questo sono stato l’unico tra i delegati in aula a porgere il saluto e una riflessione a nome della Chiesa valdese Italiana. La Chiesa dei Fratelli Cechi è sorta nel 1918, grazie all’unione delle anime luterana e calvinista della Riforma protestante locale. Oggi è divisa in 14 “Seniorati” e conta un totale di 250 comunità e forse 100.000 membri; è guidata da un Consiglio sinodale di sei membri, eletto per un periodo di sei anni, rappresentato dall’Anziano e dal Curatore del Sinodo. Si esprime attraverso un Sinodo democratico composto dai 74 membri dei “Seniorati”, dalla Facoltà universitaria di teologia e dai membri del Consiglio, oltre ai consulenti esperti in aree legali ed amministrative.

 

L’Assemblea sinodale, quest’anno ospitata in un ampio centro cattolico, si è raccolta in modo disciplinato e semplice, per mettere a fuoco le questioni da capire e regolamentare, caratterizzata da brevi interventi, richiami costanti alle diverse Commissioni, senza disperdersi nelle letture dei relativi documenti o nei dibattiti. In un tempo di transizione ed incertezza, ci si è interrogati sulla credibilità della testimonianza di fede, sull’attinenza di un Evangelo non calato dall’alto, ma vissuto nella solidarietà, nella diversità dei doni – non solo rivolto alla società, ma alla stessa Chiesa: l’importanza di valorizzare la ricchezza dei membri delle comunità che offrono il loro servizio in un tempo di cambiamenti, non solo amministrativi, per restar fedeli al mandato di Cristo. Ciò richiede solidarietà tra le comunità che condivideranno più pesi e meno ministri e reciproco ascolto tra membri sempre più diversificati.

 

Tre sono state le aree di discussione: primo, l’accompagnamento pastorale nelle unioni tra persone dello stesso sesso: il Sinodo ha adottato una risoluzione che consente ai ministri di celebrarle. La decisione riflette il nuovo quadro giuridico in vigore da questo gennaio, che consente alle coppie dello stesso sesso di sposarsi secondo la legge ceca. La Chiesa apre quindi la possibilità a queste coppie di celebrare la loro unione all’interno dei locali della chiesa, a condizioni chiaramente definite. Tuttavia, nessun ministro o comunità saranno obbligati a celebrare tali cerimonie. Il Sinodo ha preso atto che le recenti discussioni su “Vivere insieme alle persone LGBTQ nella Chiesa” sono diventate più rispettose e costruttive, con opinioni diverse espresse in uno spirito di reciproca comprensione.

 

Secondo, la sostenibilità finanziaria della Chiesa. Il Sinodo ha approvato la relazione finanziaria, confermando che la Chiesa ha gestito con successo la transizione all’autofinanziamento (separazione dallo Stato). La gestione finanziaria della Chiesa è responsabile e trasparente. Attualmente, i contributi delle comunità coprono circa la metà del costo totale di un pastore a tempo pieno.

 

Terzo, un nuovo progetto intitolato “Pionieri – Nuove forme di Chiesa” è stato presentato al Sinodo, che prevede attività di sensibilizzazione, missione e orientamento comunitario che mirano a entrare in contatto con un pubblico più ampio, compresi coloro che potrebbero essere restii nei confronti delle strutture ecclesiastiche tradizionali. La Chiesa cerca di abbassare la soglia del coinvolgimento e di costruire simbolicamente un ponte verso una società più distante o diffidente. L’annuncio evangelico rimane centrale.

 

«La Chiesa evangelica dei Fratelli Cechi è seriamente preoccupata per la crescente tensione sociale e l’insicurezza economica in alcune regioni della Repubblica Ceca. Invita pertanto le sue congregazioni a mostrare apertura, solidarietà ed espressioni concrete di compassione verso coloro che sono colpiti dalla povertà, dall’esclusione o da un trattamento ingiusto da parte della società»: con questa dichiarazione, il Sinodo ha anche chiesto di opporsi alla stigmatizzazione delle persone che vivono in povertà e di condannare chiaramente il razzismo e l’antiziganismo.

È stato infine detto che il futuro della Chiesa è quello di una comunità viva, che non dipende da una struttura organizzativa pensata alla perfezione o a strategie finanziarie sofisticate, neppure da una riforma dei presbiteri o da una riorganizzazione delle comunità; è tutto importante, ma l’essenziale resta la grazia di Dio e il soffio del suo Spirito.

 

 

Da www.chiesavaldese.org