Morte di papa Francesco, le parole delle chiese internazionali

I vari organismi ecclesiastici ricordano il cammino per l’unità

«La scomparsa di papa Francesco sarà pianta in tutto il mondo, non da ultimo tra i suoi numerosi alleati e ammiratori nel movimento ecumenico e nella comunione mondiale del Cec. Il suo papato è stato un grande dono per il movimento ecumenico, ed egli è stato un collaboratore devoto nei nostri sforzi per l’unità e la riconciliazione dei cristiani, nonché una voce profetica per la pace, l’ambiente e la giustizia, ovunque». Sono le prime parole del pastore Jerry Pillay, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) in commento alla morte avvenuta ieri 21 aprile di papa Francesco. 

Secondo Pillay, la sua eredità sarà ricordata per la collaborazione verso l’unità dei cristiani, la pace, la giustizia e la cura del creato. Francesco ha incarnato una «Chiesa dei poveri, per i poveri», aperta a tutti, vista come «ospedale da campo» per i feriti e gli emarginati. Scrive ancora il Cec: «Francesco ha criticato le disuguaglianze del capitalismo globale e difeso con passione migranti, rifugiati e vittime di tratta. Ha aperto il dialogo con l’islam e condannato ogni forma di guerra come “crimine contro l’umanità”». All’interno del Vaticano ha operato riforme nella curia e nelle finanze, valorizzato le periferie nominando vescovi da Paesi marginalizzati, e aperto incarichi di alto livello alle donne. Il moderatore del comitato centrale del Cec, Heinrich Bedford-Strohm, ha ricordato come il papa abbia incarnato un «ecumenismo del cuore», centrato sulla compassione e l’amore di Cristo.

 

Tra i gesti ecumenici più significativi: la partecipazione nel 2016 alla commemorazione congiunta cattolico-luterana della Riforma a Lund, in Svezia, in occasione dei 500 anni della Riforma protestante. Inoltre, la storica visita del 2018 al Cec e all’Istituto ecumenico di Bossey. In quell’occasione, Francesco affermò: «Siamo eredi della fede e della speranza di chi ha avuto il coraggio di cambiare la storia grazie alla forza nonviolenta del Vangelo». Il Cec cita anche alcune controversie che hanno caratterizzato questi anni di lavoro di papa Francesco: sull’aborto, sull’ordinazione femminile, sull’accoglienza delle persone LGBTQI+, sulla riapertura alla comunione per i divorziati.

La sua eredità si riflette nei temi delle sue principali encicliche: la gioia del Vangelo, la famiglia, la fede, la cura del creato, la misericordia. «Sono proprio questi i doni che come cristiani possiamo offrire al mondo ferito» ha dichiarato Pillay, esprimendo a nome del Cec «gratitudine a Dio per la vita e il ministero di questo coraggioso servitore» e accompagnando con la preghiera la Chiesa cattolica in questo momento di lutto, mentre si preparerà ad eleggere un nuovo papa.

 

La Conferenza delle Chiese Europee (Kek) trasmette «sincere condoglianze ai fratelli e alle sorelle cattolici in lutto per la perdita di Papa Francesco, scomparso il 21 aprile 2025 nella Città del Vaticano, all’età di 88 anni. La morte del Santo Padre è una profonda perdita per tutti i cristiani. La sua leadership visionaria, la compassione sconfinata e l’impegno per la giustizia e il dialogo hanno ispirato innumerevoli persone in tutto il mondo», ha detto il presidente della Kek l”Arcivescovo Nikitas di Thyateira e Gran Bretagna.

«Sebbene la Chiesa cattolica non sia un membro ufficiale, la Kek continua a lavorare a stretto contatto con partner cattolici come la Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (Comece) e il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (Ccee) per impegnarsi con le istituzioni europee e per promuovere il dialogo che rafforza l’unità ecumenica concentrandosi sulle questioni europee».

Nelle lettere di condoglianze indirizzate proprio a Comece e Ccee, l’arcivescovo Nikitas, ha sottolineato come «Papa Francesco fosse un faro di speranza, la cui leadership compassionevole trascendeva i confini confessionali. La sua dedizione alla pace e alla giustizia ha arricchito non solo la Chiesa cattolica, ma anche la più ampia comunità umana. La sua eredità di umiltà e servizio continuerà a ispirarci tutti».

Il segretario generale della Kek, il pastore Frank-Dieter Fischbach, ha dichiarato: «Estendiamo le nostre più sentite condoglianze a tutte le persone di fede. Siamo in preghiera con i nostri partner cattolici a Bruxelles durante questo momento di profondo dolore e gratitudine per la vita e l’opera di Papa Francesco».

 

Anche la famiglia battista globale si è unita al mondo nel ricordare la vita e l’eredità di Papa Francesco. In particolare l’Alleanza battista mondiale (Bwa) ha sottolineato che Bergoglio «è stato un sostenitore fondamentale dell’ecumenismo globale, che includeva il sostegno all’iniziativa pluriennale del Dialogo internazionale Battista-Cattolico e la leadership di numerosi eventi ecumenici come la Veglia di preghiera ospitata a settembre 2023 in Piazza San Pietro».

«Papa Francesco – ha dichiarato il pastore Elijah M. Brown, segretario generale della BWA – sarà ricordato dalla BWA per la sua costante chiamata a condividere con Gesù il servizio ai poveri e a coloro che soffrono per le ferite di questo mondo, ascoltandoci a vicenda in uno spirito di discernimento opera dello Spirito Santo, e in umile servizio a Dio. Come Papa, Francesco ha chiesto a me stesso e a molti altri in varie visite della BWA con lui: “Pregate per me”. Nella sua dedizione a Dio, nella vita umile di servizio in Cristo, e nell’umorismo personale e cura, Papa Francesco ha dato testimonianza al mondo che il Regno di Dio è una questione di “giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Romani 14, 17)».

 

Anche la Federazione luterana mondiale (Flm) si unisce ai cattolici e alle altre comunità religiose nel lutto. La segretaria generale, pastora Anne Burghardt, ha ricordato la figura di Francesco, fra l’altro, come testimone del Vangelo attraverso il servizio compassionevole verso il prossimo. Ha dichiarato: «Mentre piangiamo la sua morte, rendiamo grazie per la sua vita e il suo lascito di riforma, rinnovamento e unità, che ha aperto porte al dialogo e ha avvicinato la Chiesa alle persone di ogni ceto sociale. Dall’invito a una Chiesa sinodale, basata su un processo di partecipazione maggiore dei laici nelle decisioni, alle nomine di donne nelle posizioni di leadership, Francesco ha continuamente sottolineato la necessità di una Chiesa umile, guidata dallo Spirito Santo, impegnata nella pace e nel perdono nel mondo».

 

La Vescova Debra Wallace-Padgett, Presidente del Consiglio Metodista Mondiale, e il pastore Reynaldo Ferreira Leão Neto, Segretario Generale del Consiglio Metodista Mondiale, hanno dichiarato congiuntamente: «Vorremmo parlare in termini molto personali e anche a nome della famiglia metodista mondiale. È con grande tristezza che abbiamo ricevuto la notizia della morte di Papa Francesco questa mattina di Lunedì di Pasqua. Era il dicembre 2024 quando un piccolo gruppo di noi fu ricevuto dal Papa in udienza privata presso il Palazzo Apostolico di Roma.

Papa Francesco ci ha accolti come fratelli in Cristo. Ha invitato tutti ad avere mente e cuore aperti gli uni agli altri: “In questo modo le nostre comunità riusciranno a unire le diverse menti e volontà, lasciandosi guidare dallo Spirito”. Papa Francesco ha affrontato direttamente il fatto che per lungo tempo ci siano stati sospetto e sfiducia tra cattolici e metodisti. Ma che “ora possiamo ringraziare Dio perché, da 60 anni, stiamo progredendo insieme nella conoscenza, nella comprensione reciproca e nell’amore”. Ha aggiunto: “Questo ci ha aiutato ad approfondire la nostra comunione reciproca”.

Il Papa ha fatto riferimento al 1700° anniversario del Credo niceno: “Questa occasione ci ricorda che professiamo la stessa fede e, pertanto, che abbiamo la stessa chiamata a offrire segni di speranza che testimonino la presenza di Dio nel mondo… a perseverare nel cammino verso l’unità visibile e nella ricerca di modi per rispondere pienamente alla preghiera di Gesù ‘che tutti siano una cosa sola’”.

Parliamo a nome del Consiglio Metodista Mondiale nell’esprimere il nostro profondo dolore per la perdita di Papa Francesco. Dalla sede di San Pietro ha esercitato il primato, chiamandoci all’unità nell’amore e nella diversità.

Il defunto Papa diede l’esempio scegliendo il nome di Francesco al momento della sua elezione al soglio pontificio. Fu il primo Papa a prendere il nome del santo che portò un tale rinnovamento nella Chiesa, chiamando tutti a una vita di santità, dando esempio di umiltà e dimostrando un profondo amore spirituale per il mondo creato.

Fu anche il primo Papa a venire dall’America Latina, tanto che i cardinali, a detta di molti, arrivarono fino ai confini del mondo per trovarlo. Fedele alle sue radici, ci ha sempre chiamato tutti a tornare al servizio dei poveri e con i poveri. Ci ha coraggiosamente chiamato a parlare profeticamente a favore della giustizia. Il Papa ci ha anche invitato a condividere la gioia del Vangelo.

Francesco è stato il primo Papa dell’Ordine dei Gesuiti. I metodisti comprendevano la sua enfasi sulla disciplina della preghiera e la sua costante richiesta di non dimenticare di pregare per lui. Abbiamo considerato un privilegio esaudire quella richiesta.

Anche se Papa Francesco non è più fisicamente tra noi, lascia un esempio da seguire. Salutiamo Papa Francesco, in attesa di incontrarci di nuovo nella Città Eterna di Dio».

 

Foto di Albin Hillert: la visita di papa Francesco alla sede del Cec in Svizzera, 2018