Playlist di febbraio. Musica libera

Fra musica e teologia la nuova rubrica del Dj e scrittore Diego Passoni. Lucio Corsi, musica pura

 

Nel fine settimana ho guardato il film di animazione giapponese Pioggia di ricordi scoprendo un capolavoro dello studio Ghibli, ma soprattutto una colonna sonora incredibile, fatta di perle rare della musica folk europea, come il brano rumeno Frunzuliță Lemn Adus Cântec De Nuntă di Gheorghe Zamfir (che utilizza strumenti come il nai, i cimbalom e i violini), la musica ungherese e quella bulgara ma anche la canzone “Stornelli”, tratta da un vecchio album francese, Italie Eternelle, di canti e danze popolari.

 

La notizia è che la canzone nel film è uno stornello toscano, non poteva esserci niente di più vicino di un Anime* alla musica del più famoso erede degli sconosciuti cantastorie maremmani, Lucio Corsi.

Come tutti i lavori di Miyazaki la sua musica è fuori dal tempo, dalle regole facili, dall’estetica di massa. Niente bicipiti, niente virilità esibita, niente furberie da social. Musica pura, tanto divertimento, e la fantasia che ti prende e ti fa fare viaggi magici.

Volevo essere un duro/ Però non sono nessuno/ Cintura bianca di Judo/ Invece che una stella uno starnuto.

 

Un antieroe perfetto per un cartone animato giapponese. E anche per Eurovision, dopo che Olly ha rinunciato perché ha già l’agenda piena di concerti venduti. La vita dei vincenti non vive mica di poesia. E la discografia batte cassa.

 

E invece resiste la vena sotterranea di musica libera dei perdenti, pura come i metalli preziosi, che buca tempo e spazio, e si fa trovare da un giapponese che vuole fare un film pieno di poesia. Il nostro menestrello maremmano canta di upupe, astronavi, giradischi e ragazze trasparenti. Non è sexy, non è un bello, non ammicca in camera. È qualcosa di rarissimo ormai: è interessante. Finalmente.

 

 

* Anime, cartoni animati di produzione giapponese