
Fine vita, Toscana apripista. Goss: «buona notizia»
Il commento della pastora, coordinatrice della Commissione per i problemi etici posti dalla scienza delle chiese battiste, metodiste e valdesi
La Toscana è la prima Regione italiana ad aver approvato una legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla norma sulla base di un testo proposto dall’Associazione Luca Coscioni, che recepisce la sentenza della Corte Costituzionale del 2019. Il testo è stato approvato con 27 voti favorevoli (Pd, Italia Viva e M5S) e 13 contrari (centrodestra). Nessun astenuto.
La legge stabilisce una procedura uniforme su tutto il territorio regionale: tempi chiari per valutare i requisiti dei pazienti, modalità di richiesta, parere del Comitato etico e intervento del servizio sanitario regionale. Fra chi chiede di impugnare la legge per conflitto di attribuzione, a chi parla di “legge di civiltà” per evitare lunghe attese ai pazienti in condizioni di sofferenza irreversibile, la notizia ha già suscitato diverse reazioni.
Il commento della pastora Ilenya Goss, Coordinatrice della Commissione per i problemi etici posti dalla scienza delle chiese battiste, metodiste e valdesi. Ilenya Goss ha tre lauree, in medicina, filosofia e teologia.
«In prima battuta si può dire che si tratta di una buona notizia: in una regione italiana si potrà accedere in modo normato a una procedura che la Corte Costituzionale aveva già depenalizzato con una sentenza nel 2019 ribadita nel 2024. Alle due sentenze tuttavia non ha fatto seguito una Legge a livello nazionale, come sarebbe invece auspicabile; per questo motivo l’approvazione di una legge regionale rappresenta un passo avanti che colma un vuoto normativo. Altre regioni avevano tentato di legiferare in merito senza riuscirci; l’Emilia-Romagna aveva percorso la via delle delibere, ma il provvedimento era stato impugnato a livello governativo. La notizia positiva, quindi, è che una regione è riuscita a completare l’iter, definendo tempi chiari e aspetti pratici della procedura.
Vi sono tuttavia anche aspetti critici da considerare: normare a livello regionale un ambito così delicato e complesso comporta il rischio della disomogeneità nell’accesso al servizio, come già accade in altri ambiti legati alla salute, la possibilità di cure palliative, di accedere a IVG, e come abbiamo visto durante la gestione del Covid, generando disparità di trattamento per i cittadini di diverse regioni. L’ideale sarebbe una legislazione nazionale, ma in assenza di questa, il fatto che una regione abbia definito tempi, modalità pratiche e procedure può rappresentare un segnale per altre amministrazioni e, auspicabilmente, per giungere ad avere una Legge nazionale».
«Inoltre – prosegue Goss – non basta avere una legge: serve una buona legge. Se la legge regionale della Toscana riporterà l’attenzione del Parlamento sul tema e se non vi saranno altri tipi di sviluppo potremo affermare che si è trattato di un passo decisamente importante.
Quanto al contenuto specifico della legge regionale toscana, è necessario attendere la pubblicazione del testo definitivo per valutarne nel dettaglio le scelte e gli emendamenti apportati rispetto alla proposta originaria dell’Associazione Luca Coscioni. Solo dopo un’attenta analisi si potranno esprimere valutazioni più approfondite».
«È la fine, per me l’inizio della vita»
In ambito protestante, il dibattito sul fine vita è molto avanzato. A questo proposito, rimandiamo alla lettura del documento “È la fine, per me l’inizio della vita. Eutanasia e suicidio assistito: una prospettiva protestante“ (Documento n. 18, aprile 2017). Il documento prosegue una riflessione già intrapresa nel 1998 (si veda il documento di studio nr. 3 dal titolo “L’eutanasia e il suicidio assistito“) e la sviluppa a partire da alcuni significativi mutamenti intercorsi nella discussione sulle tematiche di fine vita: dall’ampliamento della tipologia delle persone coinvolte nel dibattito sull’eutanasia, all’importante sviluppo delle tecniche di medicina palliativa, ai dati legislativi dei paesi in cui si è scelto di intraprendere la strada della legalizzazione o della depenalizzazione di eutanasia e suicidio assistito.
«É la fine, per me l’inizio della vita» – Chiesa Evangelica Valdese
Sulla notizia dell’approvazione della legge sul fine vita in Toscana è intervenuto recentemente anche il pastore avventista Davide Romano, docente alla Facoltà avventista di teologia di Firenze e responsabile del Dipartimento affari pubblici e libertà religiosa dell’Unione italiana delle Chiese Avventiste.
«Rifletto da teologo sul tema della morte, che è un grande tema biblico… le società occidentali sembrano aver rimosso questo aspetto» ha detto Romano. E, sul limite “naturale” del morire, si interroga: «c’è naturalità per chi langue in estrema sofferenza? E nel tenere artificialmente e medicalmente in vita? Infine, invitando a rileggere il libro di un “teologo singolarmente cattolico».
Küng: un cristiano – e un grande teologo – a favore dell’eutanasia | Associazione Luca Coscioni
Per saperne di più, leggi anche:
Fine vita lessico cattolico protestante. Goss: Rispetto coscienza individuale
La Toscana è la prima regione con una legge sul suicidio assistito