Avvento 2024. Tolleranza, cooperazione, biodiversità

La Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia propone le sue riflessioni per il tempo di Avvento

 

Pubblichiamo l’introduzione a una iniziativa della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

 

La GLAM propone, per le prossime quattro domeniche, alcune riflessioni e testi biblici sui temi della tolleranza, della cooperazione, della biodiversità. A partire da domenica 1° dicembre, poi l’8 dicembre, il 15 dicembre e il 22 dicembre. Come “extra” ci sarà un “dono” di Avvento, il 24 dicembre. Segui sul NEV tutti i contenuti.


Introduzione

Romani 12, 9-21

L’amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male, e attenetevi fermamente al bene.
Quanto all’amor fraterno, siate pieni d’affezione gli uni per gli altri;
quanto all’onore, prevenitevi gli uni gli altri;
quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore;
siate allegri nella speranza, pazienti nell’afflizione, perseveranti nella preghiera;
provvedete alle necessità dei santi, esercitate con premura l’ospitalità.
Benedite quelli che vi perseguitano; benedite e non maledite.
Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono.
Abbiate fra voi un medesimo sentimento;
non abbiate l’animo alle cose alte, ma lasciatevi attirare dalle umili.
Non vi stimate savî da voi stessi.
Non rendete ad alcuno male per male.
Applicatevi alle cose che sono oneste, nel cospetto di tutti gli uomini.
Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.
Non fate le vostre vendette, cari miei, ma cedete il posto all’ira di Dio;
poiché sta scritto: A me la vendetta; io darò la retribuzione, dice il Signore.
Anzi, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere;
poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo.
Non esser vinto dal male, ma vinci il male col bene.

 

Diversi, così siamo e così sono tutti gli abitanti del creato. Gli ecosistemi sono tanto più in grado di riorganizzarsi quanto più differenziati al loro interno; quindi nelle società umane la diversificazione è salutare e la presenza anche di piccoli gruppi aiuta a moltiplicare gli interscambi. Gli ecosistemi si riorganizzano fino a quando non giungono ad un punto di rottura: in uno stagno le piante di ninfee raddoppiano la superficie delle loro foglie ogni giorno: quando un giorno metà dello stagno è coperto di foglie, il giorno successivo esso è totalmente coperto e di conseguenza muore per eutrofizzazione.

 

Gli ecosistemi naturali non producono residui, ma circolarità di processi in cui la conclusione di una fase scivola nell’inizio della successiva continuando senza scarti su tempi lunghi. E questo vale anche per l’energia. Il delirio di onnipotenza di disporre di energia senza restrizioni è a dir poco pericoloso. E’ necessario un limite e di limiti parlano le COP tenutesi in questi ultimi tre mesi (biodiversità, clima, desertificazione). Porre limiti per salvare la biodiversità, limiti per contenere il disastro climatico, limiti per rallentare la desertificazione.

 

I Governi chiamati a partecipare dovrebbero esprimere programmi ambiziosi rispetto a specifiche criticità prodotte dall’inquinamento, dall’occupazione sempre maggiore di terre sottratte alle specie selvatiche, dall’utilizzo di tecnologie avanzate nello sfruttamento di terra, aria e acque fino a renderli sterili o a modificarne la genetica compromettendo interi ecosistemi.

 

Ancora un limite drammaticamente superato è il ripetuto ricorso con ordigni di impari potenza e crudeltà nelle guerre per conservare dominio, potere, ricchezze e imporre silenzio e sottomissione.

Mentre il creato è sotto scacco vogliamo fare risuonare nel tempo di Avvento le parole di Romani 12:  ”…non  lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”.

 

Ogni settimana proporremo una riflessione o ricorderemo azioni virtuose che hanno segnato l’anno che sta finendo. Giorno dopo giorno avvicinandoci alla mangiatoia con la  speranza del credente, scopriremo ancora una volta nel bimbo, il figlio di Dio, colui che entra in questo mondo per dare ragione alla speranza, luce all’oscurità e sostegno all’amore che non si farà vincere dal male.

 

 

 

 

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