Autonomia differenziata: lo stop della Corte Costituzionale
La sentenza boccia sette articoli della legge Calderoli
La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi 7 punti della legge votata in Parlamento sull’autonomia differenziata. La Consulta ha fatto sapere di non ritenere fondata «la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata», ma di considerare «illegittime» sette specifiche disposizioni della legge che di fatto la rendono inapplicabile.
Tra queste, l’attribuzione di competenze alle Regioni, che mina il principio di sussidiarietà e la distinzione tra materie legate o meno alla definizione di livelli essenziali di prestazione. Spetta ora al Parlamento – spiega la Corte – «nell’esercizio della sua discrezionalità, colmare i vuoti derivanti dall’accoglimento di alcune delle questioni sollevate dalle Regioni ricorrenti, nel rispetto dei principi costituzionali, in modo da assicurare la piena funzionalità della legge». La Corte era stata chiamata in causa da un ricorso presentato dalle regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania e sul quale la Regione Piemonte si era costituita in giudizio.
Al tema abbiamo dedicato l’inchiesta di settembre del mensile free press “L’Eco delle valli valdesi”.
Durante l’ultimo Sinodo delle chiese valdesi e metodiste è stato approvato un atto che esprime la contrarietà a una riforma che rischia di causare grandi disparità regionali. Al contempo invita le chiese a partecipare attivamente al dibattito in corso nel Paese nel quadro del percorso referendario avviato e delle prossime decisioni della Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi riguardo ai ricorsi già presentati da alcune Regioni.
Ne abbiamo parlato con la giurista Alessandra Algostino: