Rallegrarsi nel Signore

Un giorno una parola – commento a Filippesi 4, 4

 

Mi rallegrerò ed esulterò in te, salmeggerò al tuo nome, o Altissimo

Salmo 9, 2

 

Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi

Filippesi 4, 4

 

Rallegrarsi. Che significa questa parola, che torna nei due passi proposti da lezionario “Un giorno una parola”? Tanto il Salmista che Paolo ci spiegano chiaramente che è nel Signore che ci si deve rallegrare. Il Salmista si rallegra, gioisce, esulta nel Signore per la liberazione, da uno scampato pericolo: gioia che si esprime in un salmeggiare festoso. Forse è successo anche a noi di uscire da una condizione o da una situazione che sentivamo come una trappola.

 

Come credenti ringraziamo Dio, anche se all’atto pratico è stato l’intervento di qualche persona o il fortunato concatenarsi di eventi positivi a risolvere per il bene la nostra difficile situazione. È dell’umana natura che la felicità per uno scampato pericolo si attenui via via fino a che la ritrovata sicurezza diventi cosa scontata, normale, quasi dovuta. Il credente dovrebbe del continuo rallegrarsi nel ricordo grato delle liberazioni passate, sentendosi sicuro dell’aiuto futuro, consapevole che Dio c’è e c’è, con lui e per lui, per un’esistenza da vivere al cospetto di Dio.

 

L’apostolo Paolo, come detto, esorta i credenti a rallegrarsi nel Signore. La prospettiva dell’apostolo è la stessa, ma c’è anche qualcosa in più. L’allegrezza è quella di chi è stato introdotto in “novità di vita” (Romani 6, 4) è quella per ciò che, perduto, è stato ritrovato (Luca 15, 3-7) è quella per chi era morto ed è tornato in vita (Luca 15, 31-32). Spesso, quasi sempre, la novità di vita non interessa l’esteriore. Chi si converte non deve necessariamente lasciare la sua vita di prima: famiglia, lavoro, residenza e amici.

 

Come protestanti sappiamo anzi che è proprio nel mondo che si vive la vocazione cristiana. Ciò che cambia è il senso di quell’esistenza rinnovata da vivere rallegrandosi nel Signore, serenamente, come figlie e figli accolti, perdonati e amati nella prospettiva di una vita da vivere per sempre nella luce dell’eternità di Dio. Amen.