Essere testimoni di Dio
Un giorno una parola – commento a Atti degli apostoli 1, 8
I miei testimoni siete voi, dice il Signore
Isaia 43, 10
Gesù dice: «Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra»
Atti degli apostoli 1, 8
Perché fino all’inizio del quarto secolo molti imperatori hanno perseguitato aspramente i cristiani? Perché avevano capito che essi, con la loro fede in Gesù come il “Signore” al quale (sono le parole dell’ultima apparizione del Risorto ai discepoli in Matteo 28,18) “era stato dato ogni potere in cielo e sulla terra”, di fatto negavano la loro autorità di “signori” dell’Ecumene romano. Erano perciò dei sovversivi che andavano eliminati e comunque messi in condizione di non nuocere.
Certo, da parte di quegli imperatori si è trattato di un grande, tragico fraintendimento: la signoria di Gesù, il suo “regno” – come dice egli stesso a Pilato in Giovanni 18, 36 – “non è di questo mondo”, non è fondato sulle conquiste, sulle armi e sul terrore, ma sulla misericordia e sull’amore. Ma resta vero che, pur non essendo di questo mondo, il potere di Gesù riguarda il mondo intero, senza escludere nessuna terra, nessun popolo, nessun essere umano.
Per questo, quando nel nostro versetto degli Atti degli apostoli Gesù risorto conferisce agli apostoli il mandato di essergli testimoni, li invia da Gerusalemme “fino all’estremità della terra”: non si accontenta di niente di meno che di tutto il pianeta, perché vuole l’intera umanità, per amarla e salvarla.
Così allora, quando ci sentiamo soli, abbandonati, rifiutati… quando nemmeno noi riusciamo ad accettarci come siamo, in qualunque luogo ci troviamo, fosse anche il più sperduto della terra, ognuno e ognuna di noi può dire al proprio cuore: «Anche qui Gesù ha mandato i suoi apostoli a rendergli testimonianza, anche qui è con me, mi è vicino, anche qui è la mia consolazione (non ci pensiamo spesso, ma la parola “consolazione” viene dal latino “cum solo”, e perciò ci rimanda al sollievo che proviamo quando ci rendiamo conto che qualcuno è accanto a noi)». Sì, Gesù “il Signore del cielo e della terra” proprio per questo è anche il mio Signore, e col suo Spirito rinnova la mia forza, rianima la mia speranza. Amen.