Unione evangelica battista. L’impegno per la pace e il dialogo
Due atti della recente assemblea dei battisti italiani dedicati a fine delle guerre e nazionalismi religiosi
Un momento molto importante della 47a Assemblea Ucebi (Unione cristiana evangelica battista d’Italia) che si è svolta dal 19 al 22 settembre a Montesilvano (Pe) è stata l’approvazione delle mozioni intitolate “Atti di pace” e “nazionalismo religioso” (che trovate in fondo a questo articolo): un’articolata e motivata presa di posizione sull’attualissimo e drammatico momento che viviamo.
Il dibattito sulle mozioni è stato maturo e concorde e sono così entrambe passate con voto unanime.
Per tutto il gruppo degli “Ambasciatori e Ambasciatrici di pace” – costituito dal Comitato esecutivo nel novembre 2023 – che vi ha precedentemente lavorato, è stato un bel risultato perché nel momento dell’elaborazione non era mancata la condivisione di qualche apprensione. Esprimere un giudizio su un tema di così stringente attualità e di carattere potenzialmente divisivo aveva i suoi rischi.
La prima mozione è si intitola “Atti di pace” ed esprime un discernimento sapienziale sulla guerra “una delle più evidenti espressioni del peccato umano e del fallimento della politica, intesa come ricerca del bene comune”. Soprattutto articola una valutazione degli attuali conflitti in corso, quello israelo-palestinese e russo ucraino.
Per concludere con un impegno a percorrere la difficile ma determinante via della nonviolenza: «riaffermando che la nostra fonte di ispirazione è Cristo e i suoi profeti, anche moderni come Martin Luther King jr, che ha lottato per i diritti civili, contro la guerra e la povertà, l’assemblea esorta le chiese a continuare ad avere il coraggio di affermare “La forza di amare”, anche il nemico, nella mezzanotte dell’odio e della vendetta perché “l’occhio per occhio fa il mondo cieco!”».
La seconda mozione si intitola “Nazionalismo religioso” e formula una presa di posizione netta e argomentata contro ogni strumentalizzazione nazionalista della fede anche e proprio in nome della storia battista: «considerando che da oltre 400 anni i battisti nel mondo si impegnano per una separazione netta tra le istituzioni religiose e quelle politiche e di governo, quale modo migliore per proteggere la libertà religiosa, madre di tutte le libertà, l’Assemblea riconosce e respinge la tentazione da parte delle religioni costituite, cristianesimo compreso, di diventare puntelli nazionalistici del proprio Paese per riceverne in cambio privilegi».
Ora sono più che mai la Scrittura e i/le testimoni di pace che ci hanno preceduto a dover illuminare la nostra strada. Per altro proprio durante l’Assemblea era risuonata la bellissima lettura di Ebrei 12, 1-2: «Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta».
Come Unione di chiese sappiamo che i/le testimoni della pace non ci precedono: ci circondano. Come fratelli e sorelle contiamo su questa energia e su questa luce.
Atto 18/AG/24
Atti di Pace
La 47a Assemblea Generale dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (Ucebi) riunita a Montesilvano dal 19 al 22 settembre, identifica nella guerra una delle più evidenti espressioni del peccato umano e del fallimento della politica, intesa come ricerca del bene comune.
La guerra incarna, nello specifico, la degenerazione della nostra civiltà e, in definitiva, dell’intelligenza umana. In questo momento ci sono più paesi in guerra di quanti ce ne siano stati durante la Seconda Guerra Mondiale con grave rischio che la situazione possa sfuggire di mano e dilagare ulteriormente.
Il conflitto israelo-palestinese evidenzia drammaticamente il fallimento degli sforzi per una risoluzione politica tesa a limitare i danni della violenza e dell’odio, sia da parte di Hamas che del Governo Israeliano. Similmente la guerra fra Russia e Ucraina, dopo più di due anni dall’invasione, ha visto l’impotenza dell’Unione europea a portare al tavolo negoziale i contendenti e anzi anche qui c’è la minaccia di un allargamento del conflitto che ha prodotto già oltre un milione di morti e danni immensi alle infrastrutture e all’ambiente. Ma si tratta del fallimento anche del sistema di sviluppo economico fondato sempre più esclusivamente sul profitto e sul dominio commerciale e militare di un paese sull’altro.
L’Assemblea
- esprime angoscia e indignazione per la strage di innocenti, che ha sommato al crudele attentato del 7 ottobre 2023 la terribile, devastante e perdurante strage di civili e bambini nella striscia di Gaza e in Cisgiordania;
- ringrazia il Consiglio Ecumenico delle Chiese per aver lanciato la “Settimana di preghiera per la Pace tra Israele e Palestina” e invita tutte le chiese a sostenere ogni iniziativa di preghiera che chieda un immediato cessate il fuoco e il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e di tutti i palestinesi incarcerati senza giusto processo;
- condivide l’iniziativa della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”;
- ritiene che il diritto internazionale debba essere ristabilito e chi lo calpesta palesemente debba essere perseguito e politicamente neutralizzato e invita le chiese a continuare a sostenere l’azione degli Ambasciatori e Ambasciatrici di pace dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia.
- anche per la guerra fra Russia e Ucraina, pur ritenendo doveroso dare al paese aggredito aiuti economici, l’Assemblea ripudia ogni forma di sostegno militare specialmente offensivo che rischia di far degenerare ulteriormente il conflitto;
- richiama tutti i Paesi che si dichiarano democratici a mettere al bando la produzione e la proliferazione delle armi, e in particolare di quelle di sterminio di massa. Il grande progetto politico per il rilancio dell’Europa sia uno stornare le enormi risorse messe in campo per la morte, in sostegno alla lotta contro le povertà che assicuri l’assistenza sanitaria per tutti e tutte;
- incoraggia tutte le agenzie internazionali delle chiese cristiane a mobilitarsi per contribuire ad un piano di ricostruzione di strade, ponti, pozzi, case e ospedali, ma anche scuole, biblioteche, chiese, moschee e sinagoghe, imprese agricole e di sviluppo sociale, per aiutare le popolazioni colpite dalle guerre;
- ritenendo congruo questo impegno con quello della difesa del Creato, ulteriormente avvilito e avvelenato dai conflitti in corso, chiede alle chiese di prendere la parola nello spazio pubblico, in maniera coraggiosa e nonviolenta per affermare questo ministero profetico per la giustizia e per la pace;
- riaffermando che la nostra fonte di ispirazione è Cristo e i suoi profeti, anche moderni come Martin Luther King jr, che ha lottato per i diritti civili, contro la guerra e la povertà, l’assemblea esorta le chiese a continuare ad avere il coraggio di affermare “La forza di amare”, anche il nemico, nella mezzanotte dell’odio e della vendetta perché “l’occhio per occhio fa il mondo cieco!”.
L’Assemblea dà mandato al Comitato Esecutivo di:
- dare continuità al mandato degli/lle “ambasciatori e ambasciatrici di pace”;
- sostenere il progetto della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia nelle modalità che riterrà opportune;
- promuovere in ogni modo la collaborazione di quegli Israeliani e Palestinesi che, rifiutando la follia di questa guerra, provano a mettere in piedi percorsi di reciproco ascolto delle sofferenze subite e iniziative di collaborazione e testimonianze congiunte;
- dare il suo appoggio a campagne volte a limitare il commercio di armamenti e ogni corsa al riarmo;
Approvato all’unanimità per alzata di mano.
Atto 19/AG/24
Nazionalismo religioso
La 47a Assemblea Generale dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (Ucebi)
- dichiara blasfemo l’abuso del nome di Dio e per i cristiani, della Bibbia, da parte di chiunque lo invochi per giustificare la violenza, e il predominio di un popolo o nazione su un’altra;
- esprime preoccupazione per la recrudescenza di antisemitismo, ma anche di quelle espressioni religiose fanatiche cristiane, giudaiche, islamiche e di altre fedi, che giustificano e aizzano al terrorismo, alla vendetta e allo sterminio;
- deplora l’ascesa dei nazionalismi religiosi osservabile in molti paesi del mondo che siano retti da regimi totalitari o da democrazie;
- considerando che da oltre 400 anni i battisti nel mondo si impegnano per una separazione netta tra le istituzioni religiose e quelle politiche e di governo, quale modo migliore per proteggere la libertà religiosa, madre di tutte le libertà, l’Assemblea riconosce e respinge la tentazione da parte delle religioni costituite, cristianesimo compreso, di diventare puntelli nazionalistici del proprio Paese per riceverne in cambio privilegi;
- certa che Dio abbia a cuore la protezione della vita di ogni uomo e di ogni donna, in qualsiasi luogo e a qualsiasi religione appartengano, si rifiuta di asservire la verità della Parola di Dio e l’’universalità dell’azione dello Spirito che soffia dove vuole, alla logica del potere militare, economico e politico di una sola parte;
- dichiara blasfemia ogni lettura biblica che giustifichi il diritto di qualcuno a possedere la terra, più di qualcun altro, anche la cosiddetta “Terra Santa”. La terra è di Dio e l’umanità ha il diritto di essere accolta e resa partecipe della sua generosità;
- considera ogni uso teologico dell’“elezione” che affermi la supremazia di un popolo o di una nazione sull’altra, contrario alla unica elezione che tutti e tutte riceviamo in Cristo: quella a farci servitori degli altri e a lenire le altrui sofferenze;
- chiede che ciascuna chiesa battista si faccia laboratorio di pace e riconciliazione a partire dalle piccole cose, per arrivare a quelle grandi perché siano bandite tutte le fobie, contro l’Islam come contro l’Ebraismo;
- esorta le chiese ad alzare il livello di vigilanza per resistere alle forme di propaganda, anche quando sono travestite da devozione religiosa;
- dà mandato al Comitato Esecutivo di vigilare e, qualora lo ritenga necessario, di prendere posizione pubblicamente in difesa dei principi appena espressi.
Foto di Martina Caroli