L’impegno delle chiese in Est Europa dopo le alluvioni

Il ciclone Boris prima di sferzare l’Italia ha causato morte e devastazione in vari Stati. Le organizzazioni diaconali in prima linea nei soccorsi

 

Il ciclone Boris, prima di devastare ancora una volta l’Emilia Romagna, ha portato lutto e distruzione in tutta l’Est Europa. Fra Romania, Polonia, Austria e Repubblica Ceca le vittime sono almeno 16 e numerosi ancora i dispersi.

 

La Conferenza delle Chiese Europee (Kek) ha espresso la sua profonda solidarietà alle sue Chiese e comunità colpite dalle devastanti inondazioni. 

Il presidente della Kek, l’arcivescovo Nikitas di Thyateira e Gran Bretagna e il segretario generale Frank-Dieter Fischbach, hanno espresso congiuntamente il loro dolore: «Siamo profondamente colpiti dalla perdita di vite umane e dall’entità della distruzione. A nome della Conferenza delle Chiese Europee, esprimiamo la nostra vicinanza e offriamo preghiere per i bambini, le donne e gli uomini toccati da questo evento».

 

I due al contempo hanno elogiato gli sforzi delle chiese, delle organizzazioni diaconali, degli Stati e dei privati ​​che hanno esteso il loro aiuto durante questa crisi.

Le inondazioni coincidono con il Tempo del Creato, un periodo che molte chiese stanno osservando. «Siamo chiamati più che mai a riconoscere che la protezione del Creato e l’impegno contro il cambiamento climatico sono una priorità in questo momento».

 

Eurodiaconia, l’organizzazione che raggruppa oltre 35 enti diaconali delle chiese europee, «esprime la sua più profonda solidarietà alle persone e alle comunità colpite dalle gravi inondazioni nell’Europa centrale, tra cui Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con i nostri membri e con coloro che sono stati colpiti».

 

Le organizzazioni diaconali sono centrali per la protezione civile e la risposta alle crisi, con servizi profondamente radicati in queste regioni. Lavorano a stretto contatto con le popolazioni vulnerabili, assicurando che il supporto raggiunga coloro che ne hanno più bisogno durante questi momenti critici. «Il loro ruolo in prima linea nell’identificare, assistere e incanalare gli aiuti verso coloro che sono stati colpiti da disastri come questo è fondamentale e noi siamo al loro fianco in questa missione» scrive il board di Eurodiaconia.

 

In Austria, Diakonie Österreich sta chiedendo donazioni per i soccorsi alle inondazioni. Allo stesso modo sta facendo in  Germania Diakonie Deutschland.

Nella Repubblica Ceca, «non solo i piccoli villaggi, ma anche le grandi città sono isolate e le acque incontrollabili scorrono nelle loro strade» scrivono le chiese locali. In risposta, la Diaconia ha istituito una linea di emergenza per le inondazioni, monitora la situazione e coordina le attività con i governi locali e i rappresentanti del sistema di soccorso integrato. Il centro per gli aiuti umanitari e allo sviluppo della Diaconia ha annunciato una raccolta fondi sulla sua pagina Facebook per aiutare le persone colpite dalle inondazioni e allo stesso tempo sta reclutando volontari tramite un modulo di registrazione. Fornisce inoltre consulenze tecniche, assistenza psicosociale e intervento in caso di crisi. Gli aggiornamenti sulla situazione e sul lavoro della Diaconia vengono comunicati tramite le pagine ufficiali dei social media delle organizzazioni. Nel frattempo a Krnov, nella Repubblica Ceca, l’altro membro ceco di Eurodiaconia, Slezská diakonie, sta cercando volontari e assistenza finanziaria. Sfortunatamente, la situazione ha colpito direttamente i servizi di Slezská diakonie con l’acqua che ha spazzato via tutte le attrezzature, i materiali speciali, le attrezzature per la riabilitazione e molto altro… «C’è molto fango ovunque e tutto è rovinato. Altri servizi nella regione di Krnov che sono stati colpiti dalle inondazioni sono nella città di Albrechtice».

 

Magyar Ökumenikus Segélyszervezet, il membro di Eurodiaconia in Ungheria, ha lanciato una raccolta fondi straordinaria e continua a visitare le città in condizioni critiche con il personale e consultandosi con i leader locali per valutare dove e quale supporto può essere fornito. Hanno aiutato diversi insediamenti con pompe ad alte prestazioni, ad esempio, e oltre 25 dei loro volontari si sono messi in contatto con soldati, civili e studenti a Kismaros. Nella tenda Magyar Ökumenikus Segélyszervezet, l’organizzazione fornisce cibo, acqua potabile, caffè e tè ai lavoratori delle dighe e partecipa alle attività logistiche necessarie sul posto.