Bambini. Un sogno per guardare avanti

Il Sinodo dei bambini e delle bambine, una settimana di attività e un laboratorio curato dal Sie

 

Anche quest’anno si è tenuta, parallelamente al Sinodo “dei grandi”, una settimana di attività dedicate ai più piccoli. Dallo scorso anno si è pensato infatti di creare uno spazio legato in qualche modo all’incontro sinodale, ma “a misura di bambino e bambina”.

 

I due responsabili, Daniele Parizzi (presente già lo scorso anno) e Irene Cogno, entrambi professionisti del mondo scolastico, insieme ad alcuni volontari hanno gestito questa intensa settimana. Come tiene a precisare Daniele, «abbiamo ricevuto un incarico ufficiale, e penso che sia una cosa molto positiva, perché testimonia un’attenzione della Chiesa metodista e valdese, la volontà di valorizzare le nostre competenze professionali. È stata fatta una riflessione sul fatto che questo momento non dovesse essere semplicemente una cornice, ma uno spazio importante, direi nevralgico, per la nostra chiesa, su cui investire, a cui “dare le gambe” per realizzarlo».

 

Facendo un “ponte” tra l’esperimento dello scorso anno e il presente, che cosa si può dire? Spiega ancora Daniele: «L’idea era di tradurre lo spirito dell’aula sinodale e di ciò che avviene intorno a essa, in forme e modi adatti a bambine e bambini, lasciandoli liberi di esprimere i loro pensieri con le loro parole. Ci siamo basati su tre pilastri: quello dell’incontro, della scoperta e della conoscenza, la dimensione della partecipazione, che è tipica del Sinodo, e infine la dimensione della spiritualità, della lode al Signore, che abbiamo vissuto in particolare nei “cultini” all’inizio di ogni giornata, ma anche in vari momenti di canto».

 

Come spiega Irene Cogno, «al centro, sia nei cultini sia nei lavori c’è stato un tema di grande attualità, quello della pace. Oltre al lavoro di partecipazione che abbiamo curato e gestito noi, abbiamo ospitato dei laboratori al Museo valdese, con L’Amico dei fanciulli, con il Sie».

 

Il gruppo comprendeva quattordici bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni, com’è stato gestire età così diverse? Risponde ancora Irene: «È stato molto stimolante per noi, questa varietà è sempre un arricchimento, tenere insieme la bimba di 5 anni e l’adolescente può non apparire semplice ma, anche se in alcuni momenti abbiamo diviso il gruppo per tarare meglio le attività, gli spunti di riflessione sono stati condivisi tra tutti, come per esempio durante l’animazione biblica che abbiamo fatto durante il culto di apertura del Sinodo, un momento veramente bello».

 

Parlando dell’arricchimento reciproco (tra i bambini, ma anche con gli animatori), come hanno vissuto questa esperienza, considerando che sono già molto addentro al contesto delle chiese, essendo praticamente tutti figli di pastori e pastore? Secondo Daniele, «la lettera che hanno scritto e presentato ai membri del Sinodo mostra bene questo loro sguardo da insider, critico in senso positivo e costruttivo. Loro hanno un sogno per la nostra chiesa, mi emoziona un po’ dirlo, perché ogni tanto noi adulti fatichiamo un po’ a vedere oltre la nostra chiesa per come è adesso… Una delle proposte che i bambini hanno portato è di creare una vera e propria assemblea in cui possano far valere la loro voce». Nell’aula sinodale i bambini hanno portato anche un altro oggetto molto speciale, Irene spiega come è nato: «Abbiamo lavorato su un racconto di Gianni Rodari, Il paese con le S davanti e con i più piccoli abbiamo immaginato e costruito (con tanto di “effetti speciali”) lo “scannone”, il cannone che disfa la guerra, risucchiando tutte le armi e sparando fiori e fuochi d’artificio che formano la parola pace».

 

Uno dei momenti più emozionanti di tutto il Sinodo, e sicuramente non solo per i piccoli.

 

Qui di seguito anche un video delle interviste:

 

 

 

 

Foto di Gian Mario Gillio