Educazione. Scuola domenicale online, avanti così!

Una valutazione sul primo anno di sperimentazione con la pastora Ulrike Jourdan

 

Nella mattina di martedì 27 agosto, il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha approvato un ordine del giorno sulla scuola domenicale online. Un progetto avviato dalla Tavola valdese nello scorso “anno scolastico”, che è stato riconfermato anche per il prossimo. Ne abbiamo parlato con la responsabile, la pastora metodista Ulrike Jourdan, in servizio nella chiesa valdese di Genova. 

 

Com’è andata questa prima sperimentazione?

«Direi molto bene, è stato un gruppo di dieci bambini e ragazzi, l’idea iniziale era di fare due gruppi, ma alla fine visto che erano tutti abbastanza grandi, li abbiamo lasciati insieme.

Ci siamo incontrati il giovedì su Zoom dalle 18,30 alle 19,30 e ho apprezzato il fatto che è stato un gruppo molto stabile: ho visto che ci tenevano molto a partecipare, erano sempre puntualissimi e precisi. Scrivevo ogni settimana su whatsapp ai genitori quali materiali preparare, e questo ha voluto dire per loro lavorare di più, ma è stato anche un coinvolgimento positivo.

Abbiamo lavorato con la creta, piantato dei semi prima di Pasqua, ed è stato molto bello farlo insieme, anche se online. Abbiamo persino fatto la recita di Natale, con i video girati dai ragazzi e i canti insieme».

 

– Il dubbio poteva essere che la modalità online non fosse tanto adatta per i bambini, e soprattutto che dopo l’esperienza vissuta negli anni della pandemia ci fosse una sorta di “saturazione” che portasse a respingere questa forma e a preferire incontri in presenza. È stato così?

«Questa modalità in effetti non è tanto adatta, ma in certi casi non c’è alternativa. Se c’è la possibilità di frequentare una scuola domenicale in presenza, è sempre la scelta migliore. In assenza di tale possibilità, è un bene per questi bambini e ragazzi avere uno spazio, anche a distanza, per condividere pensieri e dubbi. Quest’anno per esempio abbiamo parlato molto della guerra: il “di più” rispetto alla scuola, è che possiamo pregare insieme, portando a Dio e mettendo nelle sue mani i nostri pensieri, la nostra pesantezza. Avere un luogo sicuro, fuori dalla famiglia, dove parlare di queste cose, è importante. I ragazzi sono riusciti a fare gruppo, anche se magari non si incontreranno mai di persona – c’era qualcuno dalla Francia e altri dalla Sicilia! Avevo l’impressione che si volessero bene, si interessassero gli uni agli altri, ai cambiamenti nelle loro vite…»

 

– Hai detto che i frequentanti di questo primo anno erano abbastanza grandi: che cosa succederà al prossimo? Continueranno? Ci saranno altri bambini?

«Chi avrà voglia di proseguire con questa modalità potrà farlo, altri si aggiungeranno. Abbiamo discusso come corpo pastorale se attivare anche un catechismo online, e il gruppo di lavoro sul catechismo lavorerà nel prossimo anno per vedere quali delle schede prodotte possono essere utilizzate in questo modo, in un programma di due anni, ma questo inizierà probabilmente nell’autunno del 2025».

 

– Come si fa a partecipare?

«Ci si può iscrivere alla mail a [email protected] Non c’è ancora un giorno fissato, perché sarà deciso insieme ai genitori nell’incontro iniziale a fine settembre. L’idea è di proseguire con incontri settimanali da ottobre a maggio, seguendo il programma proposto dal Servizio Istruzione ed educazione della Fcei».

 

Una nota importante: si può iscrivere chiunque, non necessariamente appartenente alle chiese bmv, l’importante è cercare di garantire una cerca continuità nella partecipazione… In conclusione, la pastora Jourdan ricorda che c’è anche il tentativo di stabilire un contatto con le chiese più vicine:«Prendo contatto informando il pastore, il consiglio di chiesa, della presenza di questo bambino o bambina che frequenta la scuola domenicale online, e chiedo di coinvolgerlo se si organizzano iniziative, nella speranza che, malgrado la distanza, possa partecipare. Ma non è facile, perché dipende molto anche dalle famiglie…».

 

(Intervista realizzata in collaborazione con Radio Beckwith evangelica)