Esperienze storiche che ci permettono di ripensare il senso del discernimento e della confessione nel nostro tempo

Importante incontro delle chiese riformate latinoamericane

Nell’anno in cui si commemorano i 90 anni della Dichiarazione teologica di Barmen e i 20 anni della Confessione di Accra, si è svolto, tra il 23 e il 25 agosto, il colloquio internazionale “Discernere e confessare oggi”, organizzato dalla Rete ecumenica di educazione teologica (Reet) a Casa Nazaret, Buenos Aires.

 

Reet, uno spazio dedicato alla riflessione, alla formazione teologica e agli studi umanistici e sociali, è stato costituito nel 2017 dalle chiese fondatrici: la Chiesa Evangelica del Río de la Plata, la Chiesa Evangelica Valdese del Río de la Plata, la Chiesa dei Discepoli di Cristo; e le chiese aderenti: Iglesia Evangélica Luterana Unida e Iglesia Anabautista Menonita de Buenos Aires. Reet nasce dalle ceneri dell’Isedet, l’Istituto superiore evangelico di studio teologici di Buenos Aires, che per 131 anni è stato il centro di formazione teologica per gli evangelici sudamericani e che ha chiuso le sue attività nel 2018. Una decisione molto sofferta quella presa dalle 9 chiese che ne finanziavano le attività, e che nell’ottobre del 2017 hanno invece dato il via al progetto Reet, Rete ecumenica di educazione teologica, una struttura più snella, che combina sessioni di corsi intensivi a una ampia formazione a distanza.

 

Questo colloquio ha visto una serie di conferenze di teologi e pensatori provenienti da Stati Uniti, Canada, Germania, Cuba, Costa Rica, Brasile e Argentina, in modalità ibrida, cioè alcuni in presenza e altri collegati via internet. La presentazione principale è stata tenuta dal segretario generale della Comunione mondiale delle chiese riformate (Wcrc), il pastore Hans Lessing.

 

È stato un evento ecumenico molto importante – come racconta il moderatore della Iglesia valdense del Rio de la Plata Marcelo Nicolau – che ha riunito più di 50 persone provenienti da Argentina, Uruguay, Paraguay, Cile, Brasile; un’occasione di incontro per le diverse denominazioni, non solo quelle che compongono la Reet. La delegazione della Chiesa evangelica valdese del Río de la Plata era composta da sette persone.

 

L’argomento è stato estremamente motivante e, senza dubbio, rappresenta una pietra miliare per la Fondazione Reet, poiché è il primo convegno di questo tipo che si tiene. Sebbene ci siano stati altri tentativi attraverso piattaforme virtuali, questa è la prima volta che un colloquio si tiene dal vivo, e ciò conferisce alla conferenza una ricchezza e una possibilità di scambio infinitamente maggiori.

 

«Le riflessioni del gruppo e le opinioni e conoscenze condivise provocano una crescita comunitaria del pensiero e, naturalmente, anche gli spazi devozionali, di culto, di preghiera, sono fondamentali per rafforzare la nostra fede e la nostra speranza nei tempi bui, dove dobbiamo fa’ che la luce risplenda particolarmente intensa e forte per la nostra vita, per le nostre comunità» scrive Nicolau.

 

È stata quindi l’occasione per riflettere insieme su cosa significhi discernere e confessare oggi alla luce delle esperienze storiche, sia della Dichiarazione teologica DI Barmen, espressa nel 1934, nel pieno dell’ascesa del nazismo in Germania, sia della confessione di Accra. 2004, nel mezzo di una crisi ecologica e sociale globale.

 

«Entrambi gli esempi ci aiutano e ci ispirano, ci illuminano affinché oggi, come Chiese, possiamo riflettere, dichiarare e confessare la nostra fede e le sue implicazioni di fronte a una situazione globale, sociale, ecologica e culturale, che evidentemente ci sfida e chiama a mettere in discussione i fondamenti stessi della nostra fede.

Se rimaniamo in silenzio di fronte alle ingiustizie e agli orrori di questo mondo, se non osiamo alzare la nostra voce profetica denunciando l’abuso della vita del pianeta e di coloro che lo abitano, la nostra stessa fede si degrada, comincia a imitare i culti idolatri dominanti in questo tempo, il culto del dio denaro, che causa infinite morti, dolore e distruzione in questo mondo».