Crescita “inquietante” dell’antisemitismo in Italia

Secondo i dati raccolti dal Centro di documentazione ebraica contemporanea nei primi mesi del 2024 si registra un aumento di oltre il 400% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

 

 

La Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (CDEC)
ha lanciato il proprio allarme «per la crescita esponenziale/vertiginosa/inquietante di manifestazioni di antisemitismo in Italia».

 

Nei primi mesi del 2024 si registra un aumento di oltre il 400% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

«A fronte delle recenti espressioni giornalistiche che hanno messo in rilievo la presenza di numerose e allarmanti manifestazioni antisemite nell’ambito politico – si legge nel comunicato stampa diramato il 4 luglio –, è di particolare importanza offrire dati oggettivi nell’intento di chiarire alcuni elementi essenziali in relazione alla natura e alle dinamiche del linguaggio antisemita e del suo uso e abuso pubblico».

 

L’Osservatorio antisemitismo – il centro studi che opera da decenni nell’ambito della Fondazione CDEC – mette in evidenza alcuni elementi chiari, in linea con gli sviluppi registrati in altri paesi del mondo occidentale: prima di tutto una crescita esponenziale degli episodi, sia online (espressioni di odio sul web e sui social), sia offline (aggressioni fisiche, minacce, scritte ingiuriose ecc.); poi la presenza di espressioni di odio antiebraico in ogni sorta di ambiente sociale, culturale e religioso, e in tutto l’arco degli schieramenti politici.

 

«Questa dinamica allarmante – prosegue il comunicato – è confermata da numerosi sondaggi dai quali emerge la presenza di linguaggi antisemiti declinati in modi diversificati in percentuali notevoli e costanti nel tempo.

La Fondazione CDEC sottolinea l’impatto che il crescere di espressioni antisemite rischia di avere sulla tenuta dei principi democratici e costituzionali. Il principio del diritto allo studio (articoli 33 e 34 della Costituzione) è messo in discussione dall’insicurezza che in questi mesi hanno vissuto in scuole e atenei italiani gli studenti ebrei e israeliani. La libertà di ricerca (articolo 9 della Costituzione) viene minacciata dai numerosi appelli al boicottaggio promossi nelle Università italiane. La libertà personale, di riunione e di movimento (articolo 13 della Costituzione) è in discussione se dei cittadini hanno timore a circolare con la kippà o con il Maghen David al collo ed evitano di organizzare eventi pubblici. Da decenni la stessa libertà di religione è minacciata, e gli ebrei sono costretti alla scorta armata per frequentare i propri luoghi di culto. In definitiva, la minaccia alla democrazia è sotto gli occhi di tutti.

 

A conclusione del comunicato la Fondazione CDEC:

  • chiede di riconoscere la crescita allarmante di visibilità dell’antisemitismo come un’emergenza comune/collettiva;
  • richiama la necessità di evitare di utilizzare l’antisemitismo come terreno di scontro politico, un utilizzo troppo spesso distorto e strumentale, che comporta la volgarizzazione di un fenomeno oggettivamente pericoloso per la tenuta della democrazia;
  • propone di avviare nei diversi ambiti sociali e politici (partiti, organizzazioni, associazioni) percorsi di verifica e di formazione che considerino la Strategia nazionale di lottaall’antisemitismo come base di lavoro per contrastare il pregiudizio e promuovere forme di conoscenza;
  • richiama l’esigenza di intensificare l’impegno a combattere razzismo e antisemitismo, con l’educazione e la formazione nella scuola e nelle istituzioni collettive lavorando in sintonia con la Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza presieduta dalla  Liliana Segre e con l’ufficio del Coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo.

 

Foto: biblitoeca Cdec