Vedere le grandi opere di Dio

Un giorno una parola – commento a Deuteronomio 11, 7

I vostri occhi hanno visto le grandi cose che il Signore ha fatte

Deuteronomio 11, 7

 

Vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà

II Pietro 1, 16

 

 

Un noto proverbio dice che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, una sua parafrasi potrebbe essere: “non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”. Il nostro sguardo può essere di tanti tipi: uno sguardo che disprezza, uno sguardo che desidera ciò che non ti appartiene, uno sguardo che giudica e condanna, oppure, uno sguardo empatico, uno sguardo dal quale sprigiona compassione, uno sguardo che cerca una relazione giusta e paritaria.

Da quello che abbiamo o non abbiamo nel cuore, dipende il nostro sguardo; da quello che abbiamo o non abbiamo nel cuore, dipende anche e soprattutto la nostra capacità di vedere le grandi opere di Dio. Dio ci ha mostrato le sue opere per noi, ma saggiamente lo scrittore biblico ci esorta a vederle, sembra quasi domandarci: riesci a vederle? Cosa ti impedisce o ti rende difficoltoso vederle? Cosa c’è nel tuo cuore che devi affrontare e da cui ti devi liberare, per vedere? È una domanda impegnativa, anche un po’ destabilizzante, quasi invasiva della nostra sfera intima.

Eppure, è proprio lì che Dio vuole entrare, per darci speranza e prospettiva. Il domani di ognuno di noi non può essere abitato dalla speranza, se nell’oggi non vediamo le opere che Dio ha già compiuto per noi, e non possiamo vederle se il nostro cuore è cieco, accecato, ostacolato, imprigionato. Smettere di guardare il mondo ognuno per conto suo, imparare la difficile arte di guardare insieme agli altri: “i vostri occhi hanno visto”, dice il versetto. La visione comincia quando termina l’autosufficienza, l’egoismo, la competizione violenta degli uni contro gli altri.

Quel “voi” include potenzialmente tutti, di ogni etnia, genere sessuale, condizione economica e sociale, percorsi ed esperienze diverse che provano a guardare insieme, capaci ora di vedere il Dio che ama tutti e tutte in modo pieno e definitivo, capaci ora di sperare e, con fatica, cominciare a progettare insieme il futuro di pace e benessere collettivo, che coinvolge, che invita a vedere. Amen.