Kenya nel caos

Dopo le proteste contro le tasse, le chiese keniane sollecitano il governo a concentrarsi maggiormente sui giovani

 

I leader religiosi hanno però esortato il governo a parlare con i giovani e ascoltare le loro preoccupazioni.

 

Il 27 giugno, le chiese protestanti del paese hanno ricordato che: «i giovani sotto i 35 anni attualmente costituiscono il 79% della popolazione e che dunque le proteste segnalano la ridefinizione e il rimodellamento dell’identità, dell’etica e del futuro del Kenya, per i prossimi 50 anni. Chiediamo a tutte le istituzioni e ai leader di concentrare più dell’80% dei loro sforzi e delle loro risorse nel dare ai giovani la possibilità di avere mezzi di sussistenza dignitosi», lo ha affermato Chris Kinyanjui, segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese del Kenya.

 

«Il primo passo – ha proseguito –, in questo processo, è ascoltare i giovani e creare piattaforme affinché possano plasmare la nazione in cui desiderano vivere».

 

Dopo essersi organizzati per giorni attraverso i social network come Tik Tok, Facebook e WhatsApp, i giovani avevano organizzato proteste a livello nazionale contro il disegno di legge co il motto «Seven Days of Rage», sette giorni di rabbia. Il culmine si è raggiungo con l’assalto al parlamento il 25 giugno.

 

Secondo la Commissione per i diritti umani del Kenya al 27 giugno erano 22 i morti e oltre 300 le persone ferite durante le proteste. Amnesty International ha poi riferito che la polizia è stata filmata mentre sparava proiettili veri contro manifestanti pacifici. I gruppi segnalano anche un’ondata di rapimenti e sparizioni.

 

«Le Chiese del Kenya piangono con profonda tristezza la morte di dozzine di keniani uccisi durante le manifestazioni. Esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie che sono in lutto per queste morti inutili e preghiamo per una rapida guarigione per tutti i feriti», ha affermato Kinyanjui, annunciando che il consiglio istituirà centri di eccellenza per le competenze giovanili, lancerà programmi incentrati sui giovani e organizzerà forum economici multisettoriali, tra le altre iniziative.

 

Il disegno di legge ha suscitato la rabbia per la tassazione su prodotti di base tra cui pane, olio da cucina, pannolini e assorbenti, tra gli altri articoli. Ruto aveva difeso il disegno di legge definendolo fondamentale per il governo, poiché aiuterebbe il pagamento del debito estero. Nel dicembre 2023, il debito estero del Kenya ammontava a circa 45,5 miliardi di dollari. Ritirando il disegno di legge, Ruto ha detto di aver riflettuto nel dibattito in corso sui contenuti del disegno di legge e di aver ascoltato con attenzione i cittadini.

 

Nel frattempo, Christian Aid, l’agenzia internazionale di soccorso e sviluppo, ha affermato che il debito estero ha esacerbato le rivolte anti-tasse del Kenya e richiederebbe un intervento internazionale per risolverlo.