Se il terrorismo si scaglia contro le chiese e le sinagoghe

Attacco terroristico nella repubblica russa del Daghestan; finora ci sono 19 morti, tra cui 15 agenti di polizia e 4 civili

 

Ieri nuovi attacchi coordinati sono stati rivolti contro una sinagoga, una chiesa ortodossa e un posto di polizia nella repubblica russa del Daghestan. Nelle ore è cresciuto il numero delle vittime: al momento ci sono 19 morti, tra cui 15 agenti di polizia e 4 civili. Tra gli uccisi figurano l’arciprete della chiesa ortodossa di Derbert e diverse guardie di sicurezza private della sinagoga.

 

«La sinagoga e la chiesa – affermava un servizio diramato ieri sera da RaiNews24 – si trovano a Derbent, che ospita un’antica comunità ebraica nella regione prevalentemente musulmana del Caucaso settentrionale. L’attacco alla postazione di polizia è avvenuto a Makhachkala, la capitale del Daghestan, a circa 125 chilometri. In seguito all’attacco è stata data alle fiamme la sinagoga di Derbent. Due degli aggressori sono stati uccisi, secondo le agenzie di stampa russe che citano il ministero degli Interni del Paese».

 

L’attacco è solo l’ultimo grave episodio di violenza estremista in Russia, a ricordarlo è il sito d’informazione italiano l’Inkiesta.it: lo scorso marzo, infatti, alcuni uomini armati uccisero centoquarantacinque persone in una sala da concerto vicino Mosca, un attacco di cui lo Stato islamico rivendicò le responsabilità.

 

Già lo scorso 28 ottobre il Daghestan, la regione più multietnica e musulmana della Federazione Russa, è stato teatro di un atto apertamente antisemita: all’aeroporto della capitale, Makhatchakala, decine di persone presero d’assalto la pista e il terminal dopo che era stato annunciato l’atterraggio di un aereo proveniente da Israele, urlando “Allah u Akbar”, in quella che era sembrata a tutti una vera a propria caccia all’uomo, con echi sinistri di pogrom.

I recenti fatti stanno dunque evidenziando le tensioni etniche e religiose presenti in Russia. Alcuni politici russi hanno puntato il dito contro l’Occidente, ma senza prove.