Usa. Misure per evitare l’espulsione di 500mila persone prive di documenti

La riforma voluta da Biden consente a chi vive illegalmente negli Usa ma è sposato con una persona statunitense di non essere espulso

 

Il presidente Joe Biden ha adottato nuove misure esecutive sull’immigrazione che proteggeranno centinaia di migliaia di coniugi e figli privi di documenti di cittadini statunitensi di richiedere la residenza permanente legale senza lasciare il paese.

 

«Oggi, il presidente Biden annuncia che il Dipartimento per la sicurezza interna prenderà provvedimenti per garantire che i cittadini statunitensi con coniugi e figli privi di documenti possano tenere unite le loro famiglie», afferma una nota pubblicata il 18 giugno dalla Casa Bianca. «Questo nuovo processo aiuterà alcuni coniugi e figli senza permesso di soggiorno a richiedere la residenza permanente legale – status a cui hanno già diritto – senza lasciare il Paese».

 

«Queste misure promuoveranno l’unità familiare e rafforzeranno la nostra economia, fornendo un vantaggio significativo al Paese e aiutando i cittadini statunitensi e i loro familiari senza cittadinanza a stare insieme», si legge nella dichiarazione della Casa Bianca.

Le domande verranno approvate caso per caso. A coloro che vengono ammessi al programma verranno concessi tre anni per richiedere la residenza permanente negli Usa, e avranno diritto ad un permesso di lavoro di tre anni.

 

La Casa Bianca stima che la misura «proteggerà circa mezzo milione di coniugi di cittadini statunitensi e circa 50.000 bambini senza cittadinanza di età inferiore ai 21 anni i cui genitori sono sposati con un cittadino statunitense». La maggior parte di loro è nata in Messico.

 

L’annuncio è stato accolto molto positivamente poiché facilita il processo di regolarizzazione di centinaia di migliaia di persone che ormai vivono da anni stabilmente negli Stati Uniti. Prima di questa riforma una persona straniera senza documenti, anche se sposata da tempo con una cittadina o un cittadino statunitense, non poteva comunque lavorare e doveva tornare nel suo paese di origine a richiedere il visto, con il rischio di rimanere bloccata lì per mesi e di vedersi rifiutata la domanda. Queste persone non potevano neanche provare a richiedere la cittadinanza, nonostante fossero già sposate con cittadini statunitensi, poiché ottenere la cittadinanza negli Stati Uniti attraverso il matrimonio è un processo molto lungo che ha come prerequisito che la persona straniera già risieda legalmente negli Stati Uniti.

 

Biden ha parlato pubblicamente della riforma durante un evento organizzato in occasione dei 12 anni dall’emanazione del Deferred Action for Childhood Arrivals (conosciuto come DACA), istituito dall’amministrazione Obama, che protegge dall’espulsione coloro che sono arrivati negli Stati Uniti da bambini. Nel 2017 l’amministrazione di Donald Trump aveva soppresso il programma, che fino a quel momento aveva regolarizzato la posizione di oltre 800.000 persone  che già vivevano negli Stati Uniti. Dal 2021 Biden sta cercando di ripristinarlo: al momento è bloccato alla Corte d’Appello.

 

Il tempismo con cui è stata annunciata questa riforma, che è stata descritta dal New York Times come «una delle azioni presidenziali più ampie per proteggere gli immigrati in oltre un decennio», è stato giudicato da molti non casuale. La decisione arriva infatti due settimane dopo l’emanazione di un altro ordine esecutivo che consente ai funzionari statunitensi alla frontiera di respingere rapidamente le persone migranti che entrano illegalmente negli Stati Uniti senza esaminare le loro richieste di asilo. Questo dovrebbe accadere solo quando alla frontiera si superasse una soglia giornaliera di ingressi e le strutture fossero “sovraccariche”, ma data la situazione attuale la misura è già largamente utilizzata.

 

L’annuncio di ieri l’altro 18 giugno è stato accolto con elogi da parte delle agenzie religiose che si occupano di immigrazione.

«Siamo incoraggiati nel vedere l’amministrazione Biden proteggere un gruppo vulnerabile di persone che sono arrivate a chiamare gli Stati Uniti la loro casa», ha affermato Krish O’Mara Vignarajah, presidente e amministratore delegato di Global Refuge, precedentemente noto come Lutheran Immigration and Refugee Service.

 

«Questa misura darà sollievo alle migliaia di famiglie con status di immigrazione mista che vivono nell’ombra in questo paese e che ne hanno i requisiti. Il costo emotivo che queste famiglie hanno vissuto a causa dell’incertezza sulla capacità dei loro cari di rimanere in questo Paese doveva essere incommensurabile».

Prevedibilmente la riforma di Biden è stata criticata dai repubblicani del Senato prima dell’annuncio. Il senatore repubblicano John Thune del South Dakota ha affermato che il piano «incentiverebbe maggiormente le persone a venire qui illegalmente».

 

Il senatore Thom Tillis, R-N.C., ha detto alla CNN che una soluzione migliore sarebbe quella di approvare un disegno di legge bipartisan sulla riforma dell’immigrazione, cosa che il Congresso non è riuscito a fare per decenni. Tillis è stato tra i numerosi repubblicani che hanno votato contro il disegno di legge bipartisan sulla sicurezza delle frontiere all’inizio di quest’anno, perché si ritiene che non solo non risolva la crisi dei confini ma incentivi l’immigrazione clandestina.

 

In vista delle elezioni presidenziali del 2024, i sondaggi pubblici suggeriscono che gli americani disapprovano ampiamente la gestione da parte di Biden dell’immigrazione clandestina e della sicurezza del confine. La media dei sondaggi di Real Clear Politics sulla questione dell’immigrazione condotti tra il 15 maggio e l’11 giugno mostra che Biden è sotto di 28 punti percentuali nei consensi.