Guardare davanti a sé
Un giorno una parola – commento a Filippesi 3, 13-14
Il vostro cuore sia dunque dedito interamente al Signore
I Re 8, 61
Paolo scrive: “Dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù”
Filippesi 3, 13-14
L’apostolo Paolo scrive Dimenticando le cose che stanno dietro… Ciò che sta dietro a Paolo è tutta la sua vita fino ad allora, sia quella pre-cristiana sia quella apostolica. Paolo non è uno che si gira indietro, né come la moglie di Lot che, per essersi rivolta verso Sodoma e Gomorra, diventò sale (cfr. Gen. 19, 26), né come Orfeo che per averlo fatto uscendo dagli Inferi riperse per sempre la moglie Euridice (cfr. Ovidio, Metamorfosi 10, 50-59). Egli guarda sempre davanti a sé per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù.
Paolo non è un uomo né di rimpianti né di malinconie. Casomai, è un uomo di speranza, molto radicato nel presente poiché già oggi è giorno della salvezza.
Per quanto mi riguarda, mi rendo conto che molte delle mie cose sono rimaste indietro, alcune archiviate e catalogate come eventi in cui ho vissuto lontano dalla presenza di Dio, altre invece come momenti preziosi da non scordare mai. E poi ci sono le persone care che oggi non ci sono più, quelle come mai potrei dimenticarle? Il mio passato e il mio presente fanno parte di quella che sono oggi.
Nonostante il mio correre verso la mèta per ottenere anch’io il premio di cui parla l’apostolo Paolo, resto sempre una persona vulnerabile, effimera e vacillante. Le mie fatiche, i miei fallimenti, i miei errori, i miei sconforti mi ricordano le mie miserie e le mie mancanze. Mi rendo dolorosamente conto dell’insufficienza del mio tempo, delle mie forze, della mia intelligenza, della mia disponibilità. Anche se sono maggiori di quanto non lo fossero in passato, raggiungo rapidamente i limiti delle mie capacità.
Quello che sostiene la mia vocazione è la fede nella promessa di Gesù di essere presente nella mia vita tutti i giorni e dell’essere unita a lui per mezzo del battesimo (cfr. Rom. 6, 3-5). Nonostante tutte le difficoltà, Dio è con me e mi aiuta ad attraversarle per poter proseguire la mia corsa verso la corona incorruttibile (cfr. 1 Cor, 9, 24-25) e giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti (v. 11) Amen.