La libertà di stampa può attendere

Sembra che Von der Leyen stia ritardando l’approvazione di un Rapporto nel quale si evidenzia l’erosione della libertà di stampa in Italia per ottenere (anche) il voto di Giorgia Meloni

 

«Ursula von der Leyen sta cercando di rallentare un rapporto ufficiale dell’Unione Europea che critica l’Italia per l’erosione delle libertà dei media, mentre cerca il sostegno di Roma per ottenere un secondo mandato, come presidente della Commissione Europea», scrive Mathieu Pollet su Politico.eu, edizione europea della testata giornalistica americana.

 

A detta della testata, «quattro funzionari» (non si rivela nell’articolo, pubblicato domenica 16 giugno 2024, la fonte) affermano che nell’indagine (Rule of law) prodotta dalla Commissione siano presenti serie criticità in materia di libertà di stampa in Italia da quando Giorgia Meloni è entrata in carica nel 2022.

 

Il Rapporto annuale  valuta quanto i paesi dell’Ue rispettino lo stato di diritto, un testo che dovrebbe essere calendarizzato per l’approvazione il prossimo 3 luglio, ma che a quanto pare sarà rinviato fino alla nomina del nuovo presidente della Commissione. «Von der Leyen – afferma ancora l’articolo –, sta cercando il sostegno di tutti i leader dell’Ue per un secondo mandato di cinque anni».

 

 

Intanto il sito della federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) ricorda che «I rapporti sullo stato di diritto sono al momento in preparazione e non siamo ancora in grado di consultare gli Stati membri sulle bozze, cosa che facciamo sempre – ha detto Olof Gill, portavoce della Commissione –. Tratteremo gli sviluppi dell’ultimo anno per ciascun [Paese dell’Ue], compresa l’Italia, in modo concreto e obiettivo, come abbiamo sempre fatto».

 

Affermando poi che, la Commissione deciderà la data per l’adozione del Rapporto non appena sarà pronta a condurre le consultazioni con gli Stati membri e che «ritardare la pubblicazione della relazione sullo stato di diritto per farne oggetto di scambio per le prossime nomine vorrebbe dire calpestare i valori europei. Mi auguro – ha detto – che arrivi con urgenza una smentita netta e credibile. Allo stesso tempo, mi auguro che l’intero Parlamento europeo e tutti coloro che credono nei valori di libertà sanciti nella Carte europee vigilino per scongiurare questa ipotesi».

 

«Il parlamento europeo ha approvato il Media Freedom Act – si legge sul sito che vigila in la libertà di stampa in Italia, Articolo 21 liberi di… – che impone regole stringenti materia di conflitto di interessi, Rai, querele bavaglio, tutela delle fonti. Da quel momento il governo italiano ha affossato norme sul conflitto di interessi, incrementato minacce e querele bavaglio da esponenti del Governo contro giornaliste e giornalisti. […]».

 

I media liberi sono un pilastro fondamentale di ogni democrazia e sono essenziali per una sana economia di mercato afferma il Media Freedom Act: «su scala globale, l’Unione Europea rimane una roccaforte per la libertà dei media. Tuttavia, ci sono tendenze sempre più preoccupanti. Basandosi sugli sforzi compiuti in passato, la Commissione ha adottato una serie di misure per proteggere la libertà e il pluralismo dei media nell’Ue, oltre a rafforzare la libera circolazione dei servizi. Ciò è culminato nell’European Media Freedom Act, entrato in vigore il 7 maggio 2024. Le nuove norme entreranno pienamente in vigore a partire dall’8 agosto 2025», un atto importante che dovrebbe proteggere i giornalisti e i media dell’Ue da ingerenze politiche o economiche e obbligare gli Stati membri a proteggere l’indipendenza dei media e vietare qualsiasi forma di ingerenza nelle decisioni editoriali.

 

Il testo prevede anche forti limitazioni all’uso degli spyware, che rimarrà però consentito soltanto caso per caso e previa autorizzazione di un’autorità giudiziaria nell’ambito di indagini su reati gravi.

 

Ora, come auspicato da Olof Gill, speriamo arrivino smentite e chiarificazioni ufficiali alle accuse lanciate da Politico.eu.