Il mio canto di riconoscenza a Dio

Un giorno una parola – commento a Salmo 98, 1

Cantate al Signore un cantico nuovo, perch’egli ha operato prodigi

Salmo 98, 1

Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia

Giovanni 1, 16

Vorrei cantare ogni giorno al mio Signore, a colui che mi ha chiamato figlia, un cantico nuovo!

A volte, però, ho paura che questo cantico non sia poi così nuovo come vorrei, oppure non è più un canto ma un grido. Il mio cuore invece di cantare è triste, io sono molto triste. Questa tristezza mi avvolge interamente e in alcuni di quei momenti mi sento addirittura soffocare, il cantico nuovo non prende forma. Le parole non escono né dal cuore né dalla bocca e alla melodia che vorrei cantare mancano pure le note. Tutte le note… Silenzio totale, assordante, dentro di me.

Da fuori, invece, sento intorno forte e chiaro il rumore della guerra dall’oriente all’occidente. Sento il grido di dolore delle madri e dei padri che piangono i loro figli/e. Sento il pianto dei figli/e delle donne vittime del femminicidio… E allora…

Allora il mio essere corre per trovare riparo sotto le ali del Signore e ricevere la certezza di protezione dal suo sguardo genitoriale pieno di amore. La grazia del Signore mi ridà la certezza e rinnova la mia speranza nel suo aiuto in qualsiasi difficoltà nel mio cammino di vita di credente. La mia speranza è radicata nella parola predicata e negli insegnamenti del mio Redentore, Gesù Cristo. Solo in lui trovo conforto, serenità e coraggio di non lasciarmi sopraffatta da tutto ciò.

Ecco, adesso la mia tristezza è sconfitta e ricomincio a cantare, anche un cantico vecchio, ma con nuove energie e con gioia che le parole non la possono contenere. Il mio cantico è sempre nuovo e di riconoscenza per essere stata salvata da colui che è la Vita e il quale ha rinnovato il mio cuore e tutta me stessa. Amen.