Mosaico Refugees, dai rifugiati per i rifugiati

A Torino dal 2006 l’organizzazione creata da stranieri per aiutare gli stranieri che arrivano in Italia. Le iniziative per la Settimana del Rifugiato 2024

 

La Giornata mondiale del rifugiato – World Refugee Day, indetta dalle Nazioni Unite, viene celebrata il 20 giugno per commemorare l’approvazione nel 1951 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati (Convention Relating to the Status of Refugees) da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Venne celebrata per la prima volta il 20 giugno 2001, nel cinquantesimo anniversario della Convenzione.

 

Abbiamo intervistato Elisabetta Svolacchia, referente dell’area progetti ed amministrazione dell’associazione “Mosaico refugees”, creata a Torino nel 2006 per iniziativa di un gruppo di rifugiati originari di diversi Paesi e che agisce per accompagnare i rifugiati nel loro percorso per integrarsi nella nostra società.

 

In più, durante la “Settimana del Rifugiato”, (da lunedì 17 giugno a venerdì 22 giugno), l’associazione ha previsto un programma ricco al fine di poter approfittare di questa data simbolica.

 

Qui il programma completo della settimana organizzata da Mosaico.

 

Da chi è composta la vostra associazione?

«Principalmente da rifugiati. Infatti, hanno fondato loro questo posto, allo scopo di poter offrire alle persone in bisogno, un rifugio, perché esse non vivano gli incubi che hanno dovuto sopportare quando sono venuti a Torino e in Italia.

 

Cosa fa la vostra associazione in concreto?

«Non mi piace dire che aiutiamo le persone, perché vorrebbe dire che facciamo tutto al posto loro, cosa che non è vera. Noi accompagniamo i rifugiati che hanno bisogno di aiuto per integrarsi nella società. In realtà, quando dico che aiutiamo solo i rifugiati, non è vero, perché accogliamo chiunque abbia bisogno di aiuto e venga alla nostra porta, nel nostro “rifugio”. Abbiamo questa nozione di rete, che significa che ci teniamo tutti e tutte per mano, e che siamo solidali tutti gli uni verso gli altri».

 

Cosa avete previsto per il 20 giugno (Giornata del Rifugiato) 2024? 

«Dal 17 al 22 giugno, abbiamo organizzato la “Settimana internazionale dei diritti, Ambiente e Culture”. Ci sarà ogni giorno un evento e il 20 giugno la commemorazione istituzionale si terrà presso la Sala Rossa del comune di Torino, un segnale ancora una volta di attenzione da parte dell’amministrazione cittadina. L’obiettivo è anche di creare un legame tra associazioni che si occupano di rifugiati, istituzioni, organismi internazionali. Chi ha vissuto un percorso migratorio ha anche la capacità di trasformare la propria esperienza personale in capitale sociale che è possibile condividere e mettere a disposizione della comunità di accoglienza e di coloro che arriveranno dopo. Per questa ragione, per condividere dei momenti tutti insieme, abbiamo organizzato molte attività per la settimana del rifugiato: conferenze con diversi temi ogni giorno, cene/aperitivi, proiezioni di film…».

 

Com’è possibile partecipare all’aiuto della vostra associazione?

«Si può donare solo dal nostro sito internet. (però per tutti tipi di carte). (Se volete effettuare una donazione per sostenere Mosaico Refugees, perché possano aprire un nuovo locale o migliorare ancora di più le condizioni delle persone che hanno bisogno di aiuto, cliccate qui.)

 

Avete altre sedi ?

«No, solo questa, a Via San Pio V 17 bis, dal 2006 grazie al sostegno della Chiesa valdese; una sede nella quale riceviamo tutti tipi di persone, con tutti tipi di problemi da risolvere».

 

C’è già stata un’idea, o qualcuno ha cercato di fermarvi, o frenarvi nel vostro slancio ?

«Certo, come ogni associazione caritativa, abbiamo già ricevuto delle critiche. Malgrado questo, Mosaico Refugees è nata da una grande forza di volontà. Ciò significa che nonostante tutte le critiche che potrebbe ricevere, il nostro scopo, (accompagnare le persone in bisogno), non mancherà mai per questa ragione. Infatti, i creatori di quest’associazione sapevano che ci sarebbe stata per forza qualche persona che avrebbe cercato di scoraggiarli, che ci sarebbero stati molteplici ostacoli, ma malgrado questo, sapevano che ce l’avrebbero fatta a lanciare questa piccola comunità». È così è stato.

 

Héloïse Badiane Dorléans, autrice di questo articolo, è una giovane studentessa del Liceo Francese di Torino, in redazione per due settimane di stage di osservazione in ambito professionale.