Consiglio ecumenico delle chiese fra Gaza e l’Ucraina

Doppia richiesta di cessate il fuoco e risoluzione dei conflitti da parte del grande organismo che raggruppa oltre 350 chiese nel mondo

 

Una dichiarazione del Comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) invita «le parti coinvolte nel conflitto a impegnarsi immediatamente per un cessate il fuoco permanente a Gaza, per garantire l’accesso umanitario senza ostacoli da tutti i confini e la consegna di quantità sufficienti di aiuti a tutti coloro che hanno bisogno e, inoltre, di impegnarsi in processi politici significativi che consentano ai popoli della regione di vivere in pace e dignità».

 

La dichiarazione rileva inoltre che il bilancio delle vittime «supera ormai le 36.000 persone, oltre due terzi delle quali bambini e donne; più dell’83% della popolazione è sfollata; e la completa distruzione delle infrastrutture mediche, educative e di altre infrastrutture civili, con oltre il 50% delle case distrutte, una condizione che lascia oltre un milione di persone senza casa. La sofferenza – si legge nella dichiarazione – è dovuta alla natura indiscriminata delle azioni militari nel territorio e alla mancanza di rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario e della moralità».

 

L’organo di governo del Cec ha dunque sollecitato «il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi trattenuti a Gaza senza violenze e delle persone detenute in Cisgiordania, senza il dovuto processo legale».

 

La dichiarazione chiede a tutti i membri della comunità internazionale di «riscoprire l’impegno morale e legale per la parità di diritti umani per tutti».

 

Il comitato esecutivo è intervenuto anche sull’escalation della guerra in Ucraina, ha chiesto «la fine dell’invasione e dell’occupazione del territorio ucraino e il ristabilimento della pace nella regione».

 

Nel verbale si legge: «Facciamo appello ai governi di Russia e Ucraina, affinché rispettino il diritto umano e morale fondamentale dell’obiezione di coscienza al servizio militare, anche in tempo di guerra. Siamo sconvolti dal terribile bilancio in termini di vite umane perdute, mezzi di sussistenza e comunità distrutti, danni ambientali e rischi di conflitto più ampi derivanti da questa guerra – e chiede poi il Comitato –, […] la protezione dei civili e delle infrastrutture, la fine dell’invasione e dell’occupazione del territorio ucraino e il ristabilimento della pace nella regione».

 

«Facciamo appello – conclude la nota –  ai governi di Russia e Ucraina affinché su muovano nel rispetto il diritto umano e morale».