Oggi è ancora il tempo di “sognare”

Un giorno una parola – commento a Salmo 126, 1

Quando il Signore fece tornare i reduci di Sion, ci sembrava di sognare

Salmo 126, 1

L’amore non verrà mai meno. Le profezie verranno abolite; le lingue cesseranno e la conoscenza verrà abolita. Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia

I Corinzi 13, 8; 12

 

Il Salmo 126 è tradizionalmente letto come un salmo di lode per la liberazione ottenuta da Israele dopo l’esilio di Babilonia ed esprime l’intensa felicità degli esuli che possono, dopo due generazioni di lontananza forzata, tornare nella terra dei Padri.

Lo legge così anche padre David Maria Turoldo che attualizza nei suoi versi i sentimenti del salmista: «Tornavamo dai lager/come torrenti in piena/verso la terra del sole./ Tutti i volti erano in pianto/e il cuore impazziva/nella paura/di sentirci liberi». Quando io ascolto questo Salmo, mi viene spontaneo riandare con la memoria al 1848. Dopo secoli di persecuzioni e di pesanti limitazioni, con le Lettere Patenti del re Carlo Alberto, arrivava la libertà. Non era tutto ciò che si sperava, ma tanto bastava per pensare che i tempi delle paure fossero definitivamente passati.

Due considerazioni si impongono, insieme ad una grata memoria. La prima è che bisogna essere capaci di sognare, di pensare la libertà anche durante la schiavitù, anche nel tempo delle difficoltà. «Io ho fatto un sogno…», affermò Martin Luther King in un famoso discorso, dimostrando così di saper cogliere e vivere il futuro di Dio anche quando il presente sembrava oscuro e chiuso alla luce del Regno.

La seconda considerazione è che in questa anticipazione si acquista anche il coraggio della libertà. Spesso “si sogna” la libertà; ma poi, quando questa è raggiunta, non si ha la forza e il coraggio per mantenerla e viverla con responsabilità. Non dimentichiamo che venne il tempo in cui i Valdesi dovettero rispondere ad una domanda fondamentale: qual è il senso della vostra libertà? «L’Evangelo che ci è stato affidato può cambiare il mondo – così essi risposero – e noi non possiamo tenerlo nascosto, ma dobbiamo donarlo a piene mani perché diventi il lievito che permetterà a tutta la società di crescere». Oggi è ancora il tempo di “sognare”, guardando al futuro di Dio che noi sappiamo essersi compiuto in Cristo. Amen.