Per una risalita della democrazia

Le idee del pensiero democratico aiutano a sopportare l’annichilimento e la prepotenza e a non aver paura di esprimersi

 

Le idee sono un potente motore capace di muovere i giovani verso il futuro, un propulsore utile per mettere alle spalle le insicurezze e il precariato in cui spesso vivono, un bagaglio importante per sopportare l’annichilimento e la prepotenza di questi tempi. La democrazia (non l’entusiasmo populista), dunque, è garante di concetti quali uguaglianza, responsabilità, giustizia sociale, etica, libertà, fondamentali per la tutela del patrimonio comune. Bene comune, perché, affermava il teologo luterano Dietrich Bonhoeffer nel suo Resistenza e resa, la nostra vita è tutta una con-essenza, un con-fare e un con-dividere e con-patire, e ci accorgiamo in ogni istante di quanto «la nostra vita sia sempre intrecciata con quella delle altre persone e di come “il centro” stia al di fuori di noi stessi», ossia a margine.

 

Democrazia che è importante preservare, tutelare, perché – ricordava Piero Calamandrei – è come l’aria che respiriamo, e ci si accorge «di quanto sia importante, solamente quando questa comincia a mancare». Dal 24 al 26 maggio a Velletri (Roma) presso il centro di Ecumene, si terrà la consueta annuale Consultazione metodista convocata dal Comitato permanente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi); un’assemblea non deliberativa importante di dibattito e di scambio di esperienze.

 

E, tra le sessioni previste, si affronterà anche il tema della democrazia in modo interdisciplinare con workshop dedicati e suggeriti dalla Scuola per la democrazia di Torre Pellice (To). Tra i focus in programma, sabato mattina: Democrazia, popolo, rappresentanza con Claudio Paravati; e ancora Immigrazione e lavoro con Francesco Piobbichi; Storia, memoria e identità con Bruna Peyrot (presidente della Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice che promuove la Scuola estiva torrese) e la plenaria coordinata da Paolo Naso.

 

Anche il tema «informazione e democrazia» troverà spazio. Un’informazione percepita come viziata, condizionata, pilotata, ma anche attaccata e diffamata, vilipesa, abusata, contrastata. Un’informazione sempre meno mediata, ma ben orchestrata; talvolta declamata, proclamata, sempre meno approfondita, verificata. E nei talk show, morbosamente ostentata. Sempre più spesso intimidita.

 

Non manca il buon giornalismo e quello d’eccellenza con la G maiuscola, non mancano le giornaliste e i giornalisti missionari della deontologia e della professionalità e sono molti gli esempi e le buone pratiche nelle redazioni di giornali, delle radio, dei programmi televisivi e nel web, come nel nostro servizio pubblico. Il Premio per il giornalismo d’inchiesta “Roberto Morrione” rivolto ai giovani under 30 (che vede Riforma – L’Eco delle valli valdesi tra i media partner e referente per le giornate torinesi, ed è sostenuto dall’Ottopermillevaldese) e il neonato Premio “Laganà” presieduto da Sabrina Giannini o il Premio “Vera Schiavazzi” dedicato alla giornalista evangelica, per citarne solo alcuni. Queste preziose realtà, tuttavia, sono finestre felici ma in perenne e precario equilibrio.

 

L’informazione è necessaria, come l’ossigeno è democrazia.

 

Alcuni dati recenti sono allarmanti. La classifica stilata da Reporters sans Frontières per la libertà di stampa mostra che l’informazione in Italia è in affanno e in caduta libera, di ben cinque posizioni, nella classifica mondiale (dal 41° posto al 46° su 180 paesi considerati), tra il Regno polinesiano di Tonga e la Polonia.

 

Una libertà che – ricorda l’organizzazione non governativa con sede a Parigi e consulente delle Nazioni Unite – «continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, soprattutto nel sud del Paese, nonché da vari piccoli gruppi estremisti violenti. I giornalisti denunciano anche i tentativi da parte dei politici di ostacolare la loro libertà di coprire i casi giudiziari attraverso la “legge bavaglio” (in vigore dal 10 marzo 2024 che prevede il divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare, ndr) che si affianca alle già numerose cause temerarie (o querele temerarie, ndr) che sono ormai pratica comune e consolidata in Italia».

 

Sono ventisette i giornalisti italiani tutelati e protetti dallo Stato per le minacce ricevute a causa del loro lavoro d’inchiesta, il numero più alto a livello europeo. Altri problemi, poi, si riflettono poi sull’effettiva libertà d’espressione a mezzo stampa e di informazione per tutti i cittadini: il conflitto d’interesse e la concentrazione dei media.

 

Democrazia e informazione sono un binomio inscindibile e l’articolo 21 della nostra Costituzione ne è l’esempio: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», dunque, «pietra angolare di un sistema democratico» per citare la Corte costituzionale.

 

La democrazia, infatti, richiede una partecipazione cosciente e dunque i presupposti essenziali ne sono l’informazione, la conoscenza dei fatti e delle situazioni politiche, la libera circolazione delle idee. Oggi totalitarismi, guerre, violazioni dei diritti umani, conquiste territoriali, derive tecnocratiche, demagogie, minano alle fondamenta ogni espressione democratica. Il diritto di poter informare e il diritto a essere informati è fondamentale, affinché i cittadini possano esprimere liberamente il proprio pensiero, formulare critiche a chi governa, stimolare il dibattito e la discussione per concorrere a formarne l’indirizzo politico e, se necessario, a modificarlo e orientarlo.