Le Chiese affermano il ruolo dei valori cristiani nella società europea
Incontro delle chiese europee alla vigilia delle elezioni
Mentre l’Europa si prepara alle elezioni europee fra poche settimane, rappresentanti delle chiese europee e leader politici si sono riuniti a Salonicco, per ragionare sui valori cristiani, su cosa significano per le chiese e come questi possono riflettersi nella politica e nella società europea in un contesto di crescente secolarizzazione.
Il convegno si è tenuto dal 15 al 17 maggio 2024, organizzato dalla Conferenza delle Chiese europee (Kek) in collaborazione con l’Assemblea interparlamentare sull’Ortodossia, la Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece) e la Facoltà di Teologia dell’Università Aristotele di Salonicco.
«Siamo uniti nello spirito e sosteniamo gli sforzi di tutti coloro che aspirano a vedere i valori cristiani presenti nella società europea», ha affermato il presidente della Kek, arcivescovo di Thyateira e Gran Bretagna, Nikitas, ortodosso. «L’idea di cancellare i valori, le tradizioni e la lingua cristiana significa inevitabilmente cancellare la nostra stessa identità».
L’Arcivescovo ha proseguito affermando che la storia delle società europee e del cristianesimo è intrinsecamente legata e ciò ha portato a diversi contributi fattuali nel corso dei secoli. «La legislazione, le lingue, le arti e molto altro ancora, che costituiscono la società europea, affondano le loro radici nel cristianesimo. La crescente pressione della secolarizzazione e il deterioramento dei valori cristiani renderebbero l’Europa senz’anima e senza vita», ha aggiunto.
Il vicepresidente della Kek, Dagmar Winter della Chiesa d’Inghilterra, anglicana, ha sottolineato come «i valori cristiani devono essere più di un semplice riferimento amministrativo». Ha aggiunto che essi hanno un ruolo da svolgere nella politica globale, proteggendo e sostenendo la libertà, la giustizia e la pace.
«I valori cristiani sono espressi in vari dettagli. Siamo in disaccordo tra noi, anche all’interno delle nostre rispettive denominazioni. E il disaccordo, adeguatamente gestito, è creativo e fruttuoso. Al nostro meglio, grazie allo Spirito riconciliatore di Cristo, che è uno Spirito di pace, siamo in disaccordo rispettosamente e non perdiamo mai di vista la prospettiva molto più ampia del bene comune», ha affermato ancora Winter.
La conferenza ha discusso il ruolo delle chiese come formatrici di identità impegnate nel discorso pubblico su questioni sociali ed etiche, legate alle crisi finanziarie, economiche, sociali, climatiche e alle guerre in corso. Le discussioni si sono concentrate su come le Chiese possono utilizzare le proprie risorse spirituali e teologiche e ispirare i propri membri a incarnare e promuovere i valori cristiani fondamentali nella vita di tutti i giorni, contribuendo alla costruzione di un’Europa umana e socialmente coerente.
Altri argomenti discussi sono stati l’analfabetismo religioso tra i decisori politici, la fede in un discorso politico europeo, l’impegno delle chiese nei confronti dei valori europei e il quadro delle priorità per un futuro sostenibile dell’Europa.