Confermata in Appello la condanna alla boss che aggredì Maria Grazia Mazzola
Soddisfazione dell’inviata speciale del Tg1, da trent’anni cronista della prima testata Rai
Confermata in appello la condanna con aggravante mafiosa a un anno e quattro mesi di reclusione a Monica Laera, boss del clan Strisciuglio che sei anni aveva aggredito l’inviata speciale del Tg1, Maria Grazia Mazzola, da trent’anni cronista storica della prima testata Rai, durante le interviste che stava svolgendo nel quartiere Libertà di Bari per uno speciale dedicato ai giovani e alle mafie.
Ieri mattina, fuori la Corte di Appello di Bari, mentre si teneva l’udienza, si svolgeva un presidio a sostegno della giornalista. Sette le costituzioni di parte civile: insieme alla giornalista, l’associazione Libera di don Ciotti con l’avvocata Enza Rando, la Rai, il sindaco di Bari Decaro, Stampa Romana, l’FNSI, l’Ordine Nazionale dei Giornalisti. A sostegno della giornalista Mazzola è presente Daniele Macheda, Segretario Nazionale Usigrai.
«Grazie a tutte le parti civili – ha dichiarato Mazzola al termine dell’udienza –, all’avvocata Caterina Malavenda, a Enza Randa, al sindaco Decaro, all’Ordine dei giornalisti, a tutte e a tutti per il fortissimo impegno. Grazie inoltre a Stampa Romana, che fin dall’inizio ha sostenuto la mia causa per la verità contro la boss Laera, e grazie a tutti quei colleghi e colleghe che hanno creduto alla vera dinamica dei fatti e cioè all’aggravante mafiosa, perché ci sono stati alcuni invece che hanno dato man forte alla versione della mafiosa che si riteneva vittima del “disturbo” che io le avevo dato, ponendo delle domande nel quartiere controllato dal clan Strisciuglio. La conferma in Appello della condanna a 16 mesi di reclusione per la boss Monica Laera attesta che ha vinto il giornalismo libero contro tutte le mafie».