La nostra gioia è nel Signore
Un giorno una parola – commento a I Tessalonicesi 5, 16
Il Signore li aveva rallegrati
Esdra 6, 22
Siate sempre gioiosi
I Tessalonicesi 5, 16
La gioia che nasce dalla relazione con il Signore anima la vita personale e sociale dei cristiani e delle cristiane, oltre il loro temperamento, pessimista o ottimista che sia.
L’esortazione alla gioia appartiene agli ammonimenti finali della Lettera ai Tessalonicesi e qui ricordiamo i versetti immediatamente successivi: «17 non cessate mai di pregare; 18 in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi».
La gioia è riferita alla relazione con Dio ed è collegata alla preghiera e al rendimento di grazie, che è ringraziamento e lode al Signore per la sua opera di salvezza in Cristo.
Comprendiamo le motivazioni della gioia anche dal testo di Esdra, in cui i reduci dall’esilio a Babilonia possono nuovamente celebrare la Pasqua nel primo nucleo dell’edificio che sarà più avanti il nuovo Tempio. La travagliata questione dell’autorizzazione alla ricostruzione del Tempio si sblocca quando Dario fa cercare negli archivi imperiali l’editto di Ciro, che è ritrovato.
Tutti gli eventi positivi sono attribuiti all’azione di Dio che ha un progetto di salvezza per il popolo.
La sorgente della gioia è in Dio e nella relazione con lui. Osservando la realtà attorno a noi avremmo ben poche ragioni di essere gioiosi; guerre e ingiustizie abbondano come sempre, travolgendo soprattutto i più deboli. La relazione con il Signore ci permette di vedere oltre le nebbie delle avversità. L’esortazione nasce dalla considerazione che Dio è arrivato fino a noi e la sua Parola agisce ancora. Nella preghiera e nella lode noi siamo di fronte a lui, non minacciati né rifiutati, bensì accolti e oggetto della sua cura, spesso attraverso percorsi a noi sconosciuti, ma meravigliosamente svelati per l’azione dello Spirito Santo.
Dietrich Bonhoeffer scrisse dal carcere in occasione del Capodanno del 1945: «Circondato fedelmente e silenziosamente da forze benigne, custodito e confortato meravigliosamente». Amen.