La “fucina” della nuova «Storia dei valdesi»

Il lavoro redazionale nell’esperienza di Andrea Vinti, redattore della casa editrice Claudiana

 

Con l’uscita del volume 1 («Come nuovi apostoli. Secc. XXI-XV», a cura di Francesca Tasca) e del volume 3 («Dal rimpatrio all’emancipazione. 1690-1870», a cura di Gian Paolo Romagnani) si è completata la pubblicazione della nuova Storia dei valdesi in quattro volumi. Dopo averne parlato con Gian Paolo Romagnani, presidente della Società di Studi valdesi che è stata l’ideatrice del progetto, e con Manuel Kromer, direttore della editrice Claudiana, chiudiamo il cerchio qui con le impressioni di Andrea Vinti, uno dei redattori della casa editrice.

 

– Quattro volumi e circa 80 autori e autrici: chi legge si trova di fronte a molte persone, ma l’unitarietà dell’opera viene dal lavoro editoriale: in che cosa consiste, a partire da quando i testi arrivano alla Claudiana?

«Per citare un volume “classico” nel campo della redazione, Il nuovo manuale di stile di Roberto Lesina (Zanichelli), il lavoro editoriale consiste nel cercare di “preparare un testo nella veste adatta per la pubblicazione”, il che vuol dire trasformare un testo che arriva all’editore in forma “grezza” in un prodotto destinato a diventare un libro stampato vero e proprio, curato e coerente nei vari aspetti. Ciò comporta anche la cura della “forma” del testo nel senso di “uniformarlo” in tutti i suoi aspetti di stile redazionale. Altro elemento da tenere presente è la comprensibilità: in pratica, leggendo un testo e, in realtà, ogni singola frase, io mi chiedo sempre se il lettore medio, non quello specialista, sia messo in condizione di comprendere quello che legge: può sembrare banale, ma in realtà a volte si utilizzano espressioni di difficile comprensione o si danno per scontate delle conoscenze che non lo sono. Per fare un esempio, nella Storia dei valdesi ci siamo posti il problema delle citazioni in lingua originale e si è scelto di mettere in nota la traduzione di tali brani. Abbiamo cercato insomma, come d’altronde cerchiamo di fare sempre, di andare incontro al lettore, perché l’opera sia fruibile da un pubblico più ampio possibile».

 

– Quali sono allora i parametri a cui deve fare riferimento l’editore? e quante persone, con diverse specializzazioni operative, hanno concorso all’operazione?

«Come accennavo sopra, il lavoro consiste, per così dire, nell’“incasellare” un testo – che contiene al suo interno molteplici caratteristiche “personali” che l’autore o autrice vi ha immesso – facendolo diventare una pubblicazione “tipicamente Claudiana”, che ha delle norme specifiche per il trattamento di ogni elemento: dall’uso delle maiuscole a quello del corsivo, dalle virgolette di vario tipo all’organizzazione dei titoli e sottotitoli, dalla redazione delle note a quella della bibliografia. Nel caso della nuova Storia la difficoltà era aumentata dal numero di autori e autrici coinvolti e dal fatto che l’editore ha deciso di utilizzare delle norme leggermente diverse dal solito, per cui anche noi redattori abbiamo dovuto impadronircene.

Come è naturale, l’opera è stata realizzata grazie a un lavoro di gruppo – e non avrebbe potuto essere altrimenti data la mole e i tempi relativamente brevi che abbiamo avuto in editrice per la sua realizzazione, di fatto circa un anno: due redattori, una grafica, un collaboratore che ha curato gli indici, avendo inoltre il sostegno del direttore e, di fatto, di tutto lo staff Claudiana. Devo ricordare inoltre il lavoro fondamentale che hanno svolto i curatori e le curatrici dei volumi, quello dei singoli autori e il prezioso aiuto di due membri della Società di Studi valdesi: Gabriella Ballesio e Marco Bettassa».

 

– Chi lavora alle prese con un indice analitico e con una bibliografia ricchissima, come è in questo caso, ha, prima dei lettori, la percezione del carattere internazionale della vicenda valdese: è così?

«La percezione è senza dubbio corretta, la storia dei valdesi dal xii secolo a oggi è una vicenda che ha coinvolto moltissime persone in vari continenti: si potrebbe dire che tale carattere internazionale si riflette anche nella comunità di studiosi e studiose che ha realizzato quest’opera, di varia provenienza e in gran parte “esterna” al mondo valdese. Abbiamo ora a disposizione uno strumento che ci aiuterà a orientarci nella vicenda valdese per molti anni: il mio auspicio è che possa riscuotere l’interesse di una platea ampia di lettori e lettrici. Questa Storia è scritta da storici specialisti ma è destinata a chiunque sia interessato ad approfondire l’argomento: l’aspetto interessante è il suo carattere di insieme di saggi, che seguono sì cronologicamente la storia, ma approfondiscono poi diversi aspetti specifici e spesso molto originali. Si può leggere insomma dall’inizio alla fine, ma si possono apprezzare anche singoli studi a seconda dei propri interessi».