Salone del Libro, appuntamento con “La luce oltre il buio”
Due appuntamenti in collaborazione con il settimanale Riforma domani 9 maggio per parlare di Africa, di bambini soldato, di diritti umani con la giornalista d’inchiesta Antonella Napoli
Domani 9 maggio alle 10,45 Antonella Napoli, autrice di «La luce oltre il buio» (Edizioni All Around) terrà un Laboratorio di Scrittura presso il Salone del libro (Padiglione 4) insieme ad Angela Vitale di Amnesty International Piemonte.
Nel pomeriggio, presso lo stand dell’editore All Around, sarà mostrato in anteprima un estratto del reportage “Congo – Storie di guerra e di resilienza nel cuore dell’Africa dimenticata”, uscito sulla rivista Focus on Africa diretta da Antonella Napoli.
I due appuntamenti, realizzati in collaborazione con il nostro settimanale Riforma – Eco delle valli valdesi e con il Circolo Articolo 21 Piemonte, saranno moderati da Gian Mario Gillio. Un’occasione importante quella del Salone del libro, anche per presentare la rivista Focus On Africa, diretta da Antonella Napoli e con l’editore, rappresentato da Lucia Visca.
Attraverso le storie raccontate in prima persona dai piccoli protagonisti di questo libro, con i racconti di molti bambini soldato strappati alla guerra, la riflessione verterà (insieme agli studenti delle scuole primo e secondo grado) sulla complessità di un vasto fenomeno attuale, fatto di condizioni di vita al limite della sopravvivenza e di uno sfruttamento di minori, costretti a impugnare le armi contro la loro volontà per sopravvivere.
«Ci vogliono coraggio e ottimismo per intitolare questo libro “La luce oltre il buio” – scrive nella prefazione il portavoce nazionale di Amnesty, Riccardo Noury –.
Il coraggio di visitare i luoghi dimenticati, le periferie del mondo raramente illuminate dai mass media, per raccogliere storie. L’ottimismo di ostinarsi a pensare che le storie, le testimonianze e le denunce raccolte possano cambiare le cose. Sembra un approccio visionario, ma non lo è. L’attivismo per i diritti umani incrina i muri dell’impunità e dell’oblio, produce progresso, favorisce la giustizia. Certo, non è tutto rosa e fiori. Le storie delle bambine e dei bambini soldato, narrate a volte con crudezza, a volte ricorrendo alla metafora della fiaba, sono tragiche. Quella delle bambine e dei bambini soldato è l’applicazione estrema dell’unchilding: l’annullamento deliberato del tempo dell’infanzia, la sottrazione del gioco, dell’istruzione, della formazione che trasformano in poco tempo un bimbo o una bimba in una macchina da guerra.
Manipolabili, ricattabili, suggestionabili e a costo zero: le bambine e i bambini soldato sono la carne da macello (che macella ed è macellata) perfetta […]». Non si pensi che si tratti di un fenomeno del passato. L’istruzione deve e può giocare un ruolo fondamentale.