India. In aumento le violenze contro i cristiani

L’ultimo rapporto annuale dell’Evangelical Fellowship of India sulla libertà religiosa lancia un allarme agghiacciante sulla persecuzione sistematica affrontata dalla comunità cristiana

 

Il rapporto per il 2023 elaborato dall’Evangelical Fellowship of India (EFI) sulla libertà religiosa documenta l’incredibile cifra di 601 episodi di violenza contro i cristiani, segnando un drastico aumento del 45% rispetto ai 413 casi dell’anno precedente.

«Nonostante le tutele costituzionali e la lunga tradizione di diversità religiosa dell’India, l’aumento della retorica divisiva e del linguaggio provocatorio, spesso condonati o affrontati in modo inadeguato dai canali ufficiali, ha incoraggiato settori della società a perpetrare atti di violenza e discriminazione contro le minoranze religiose, in particolare contro i cristiani e i musulmani», ha affermato il rev. Vijayesh Lal, segretario generale dell’EFI, in occasione della pubblicazione del rapporto.

Il rapporto evidenzia regioni specifiche in cui la situazione dei cristiani è peggiorata a livelli angoscianti. L’Uttar Pradesh emerge come il punto focale, registrando l’incredibile cifra di 275 incidenti. «Lo Stato è anche responsabile degli arresti di pastori e credenti, spesso con l’accusa di conversioni forzate, nonostante manchino prove sostanziali», si legge nel rapporto.

Il Chhattisgarh emerge come un altro focolaio di violenza mirata contro i cristiani con 132 incidenti, riflettendo una tendenza profondamente che in maniera preoccupante si sta verificando in diversi stati.

La ricerca denuncia la crudele negazione del diritto di sepoltura alle famiglie cristiane. Secondo il rev. Vijayesh Lal, la venerata tradizione indiana di diversità religiosa e di garanzie costituzionali a tutela dei diritti delle comunità minoritarie si trova ad affrontare una sfida senza precedenti.

«L’incapacità di contrastare e affrontare in modo efficace la diffusione dell’incitamento all’odio e delle narrazioni controverse ha creato un ambiente in cui elementi estremisti si sentono autorizzati a violare i diritti fondamentali delle minoranze religiose», ha affermato ancora Lal, sottolineando l’urgenza di arginare l’ondata di intolleranza che minaccia di erodere il secolarismo e il pluralismo a lungo accarezzati dall’India.

Il rapporto mette in luce anche la tendenza allarmante delle accuse inventate contro i cristiani indiani. «La falsa accusa di conversioni religiose forzate viene ampiamente utilizzata in modo improprio per prendere di mira e molestare i cristiani in India. Anche negli stati senza specifiche leggi anti-conversione, i cristiani subiscono molestie basate su semplici accuse di conversioni. Questa narrazione è opportunamente usata come scusa per discriminare e perseguitare la comunità minoritaria cristiana in tutto il Paese», ha affermato Lal.

La questione delle conversioni religiose è diventata un campo di battaglia controverso in tutta l’India, con un numero crescente di stati che implementano leggi rigorose volte a frenare il proselitismo, riflettendo la crescente influenza dei sentimenti nazionalisti indù.

Queste leggi, che mirano a limitare le conversioni religiose attraverso la coercizione o l’adescamento, sono state criticate dai gruppi per i diritti umani e dalle minoranze religiose in quanto violano il diritto fondamentale alla libertà di religione.

Mentre il dibattito sulle conversioni religiose si intensifica, l’attuazione delle leggi anti-conversione è diventata un punto critico politico, con partiti di opposizione e difensori dei diritti umani che accusano il BJP e i suoi alleati di minare il tessuto secolare dell’India e di limitare i diritti costituzionali delle minoranze religiose.

A conferma dei risultati dell’EFI, il recente rapporto dello United Christian Forum (UCF) che, da gennaio a marzo 2024, ha documentato 161 allarmanti episodi di violenza contro i cristiani, con Chhattisgarh e Uttar Pradesh che emergono come principali punti caldi.

Mentre l’India si avvicina alle elezioni generali del 2024, l’EFI ha lanciato un appello urgente al governo indiano e alle amministrazioni statali «affinché proteggano le minoranze religiose e sostengano lo stato di diritto, soprattutto in stati come Uttar Pradesh, Chhattisgarh, Haryana, Karnataka e Madhya Pradesh», si legge nel rapporto.