In cammino sulla via della croce e resurrezione – Pietro
Da ieri fino a domenica di Pasqua vi proponiamo 5 ritratti di alcuni personaggi che hanno incontrato Gesù sulla via della croce e dopo la resurrezione
Questi ritratti evocativi – in prima persona – sono a cura del pastore Alessandro Esposito e fanno parte delle note bibliche da lui preparate per la rivista «La Scuola domenicale» del Servizio istruzione ed educazione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). Non potendo essere inseriti sulla rivista per ragioni di spazio, il SIE ha generosamente condiviso con Riforma.it questo materiale che, con gratitudine, mettiamo a disposizione dei lettori e lettrici.
PIETRO
(cfr. Luca 22, 28-34; 54-62)
28 Or voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; 29 e io dispongo che vi sia dato un regno, come il Padre mio ha disposto che fosse dato a me, 30 affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele. 31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli». 33 Pietro gli disse: «Signore, sono pronto ad andare con te in prigione e alla morte». 34 E Gesù: «Pietro, io ti dico che oggi il gallo non canterà, prima che tu abbia negato tre volte di conoscermi».
54 Dopo averlo arrestato, lo portarono via e lo condussero nella casa del sommo sacerdote; e Pietro seguiva da lontano.
55 Essi accesero un fuoco in mezzo al cortile, sedendovi intorno. Pietro si sedette in mezzo a loro. 56 Una serva, vedendo Pietro seduto presso il fuoco, lo guardò fisso e disse: «Anche costui era con Gesù». 57 Ma egli negò, dicendo: «Donna, non lo conosco». 58 E poco dopo, un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di quelli». Ma Pietro rispose: «No, uomo, non lo sono». 59 Trascorsa circa un’ora, un altro insisteva, dicendo: «Certo, anche questi era con lui, poiché è Galileo». 60 Ma Pietro disse: «Uomo, io non so quello che dici». E subito, mentre parlava ancora, il gallo cantò. 61 E il Signore, voltatosi, guardò Pietro; e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detta: «Oggi, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 62 E, andato fuori, pianse amaramente.
Ricordo ancora distintamente il giorno in cui lo vidi avvicinarsi sulla riva: ero intento a pescare con i miei compagni quando lui arrivò, inatteso, a stravolgere la mia vita. Mi propose di seguirlo lungo i sentieri sterrati della Galilea e lungo i cammini incerti di una vita da itinerante: mosso da ciò che egli seppe smuovere in me, lo seguii senza esitare. E, ancora oggi, non me ne pento.
Camminare a suo fianco fu insieme difficile ed entusiasmante: furono più d’uno gli istanti di sconforto e non mancarono le perplessità e le incertezze. Eppure, ricordo anche il suo modo di catturare l’attenzione dei semplici, la sua capacità di tenerli incollati alla sua voce che dipingeva per loro i tratti inediti e accattivanti del Regno. Lo faceva in modo che tutte e tutti loro potessero comprendere e si sentissero coinvolti: utilizzava immagini tratte dalla loro vita di ogni giorno e faceva di Dio, di volta in volta, un pastore, un vignaiolo, un contadino paziente e generoso.
Poi quella sua decisione improvvisa di recarsi a Gerusalemme: me ne domandai subito la ragione, che faticavo a comprendere. Sapevo che nella città santa si annidava un pericolo, per lui come per noi: ma alla fine, come avevo sempre fatto, mi fidai e lo seguii anche là. E oggi so che lo rifarei.
Dopo che condividemmo con lui la cena di Pasqua, in un’atmosfera carica di dubbi e di tensione, ricordo che ci recammo insieme presso il Monte degli Ulivi, là dove il sonno mi vinse mentre lui, in disparte, pregava il Padre. Poi venne a prenderlo una folla armata, quasi si trattasse di un brigante: li precedeva Giuda, uno di noi, che lo baciò su una guancia. Era un segnale concordato: lo odiai, in quell’istante. Desiderai urlargli in faccia tutto il mio sdegno: ma non fu possibile e, in quella concitazione, preso dal timore e approfittando del favore delle tenebre, mi dileguai.
Seguivo però da lontano il drappello delle guardie e compresi che intendevano condurlo presso il palazzo del sommo sacerdote: muovendomi nell’ombra giunsi sino al cortile del palazzo e mi sedetti in attesa di comprendere incontro a quale destino sarebbe andato l’amato. D’improvviso, però, alcuni credettero di riconoscere in me uno dei suoi discepoli: negai con tutte le mie forze. Ero divorato dalla paura, temevo che mi avrebbero condannato al suo stesso supplizio, che già vedevo profilarsi. Poi, d’improvviso, mentre ancora mi dava le spalle, Gesù si voltò: i suoi occhi nei miei mi lasciarono muto. E compresi. Compresi che quel Giuda che tanto avevo disprezzato mi era fratello: anch’io, come lui, mi ero lasciato assalire dall’angoscia e non avevo pensato che a me stesso. Sconvolto, fuggii.
In quell’ultimo sguardo che Gesù mi rivolse, però, non colsi rimprovero né amarezza. Amare furono, soltanto, le lacrime con cui i miei occhi si sciolsero in pianto. Ma i suoi occhi nei miei vennero a tergere le lacrime sul mio volto e, dopo un tempo di sconforto, scandito da silenzi e solitudine, mi rimisero in cammino.
La puntata di mercoledì 27 marzo dedicata a Giuda: