Trieste, adotta la musica
Una raccolta fondi della comunità luterana per attività di manutenzione sul prezioso organo della chiesa cittadina
Le Chiese luterane sono spesso monumenti storici preziosi. Oppure contengono monumenti storici preziosi.
Un patrimonio che viene curato con attenzione, competenza perché appartiene alla storia dei territori: tanto dei luterani quanto di coloro che luterani non sono.
A Trieste, in vista della pasqua, la Comunità ha sviluppato un progetto originale per consentire al prezioso organo Steinmeyer & Co., di continuare a suonare: nei culti e nei concerti pubblici.
Costruito nel 1874, l’organo della Comunità luterana di Trieste è uno Opus 128 ed ha visto l’ultimo intervento conservativo nel 1985.
Il maestro costruttore fu Georg Friedrich Steinmeyer proveniente da Oettingen in Baviera. Inaugurato il 1 novembre 1874, per l’apertura al culto della Chiesa luterana di Confessione Augustana. In quell’occasione fu l’organista della Comunità, Merk, insieme al Julius Heller, a suonarvi. Come nella tradizione protestante, la centralità della musica significava anche la possibilità per tutta la città di poter godere di un simile strumento. Così Julius Kugy fin dal 1889 iniziò ad esercitarsi sullo strumento per presentare per la prima volta a Trieste alcune composizioni organistiche di Bach.
I materiali usati sono stati zinco, stagno, legno di ebano, legno per intaglio e ceramica, osso, pelle, ferro. Tutti elementi che, col tempo, hanno subito variazioni termiche, sollecitazioni. È perciò necessario restaurarli e, alcuni casi, rigenerarli.
Racchiuso in una cassa traforata nello stile dell’architettura neogotica, l’Opus 128 ha due torri laterali con pinnacoli e guglie che ne delimitano la trifora centrale (di cui la parte mediana è a due ordini con “organetti morti”) caratterizzata da archi ogivali e inflessi, talvolta sovrapposti e raccordati da cerchi con quadrilobi. Le strutture sono quindi decorate da architetture e lobature traforate, intagliate da motivi cruciformi rampanti sugli archi, pennacchi e guglie. L’ampia cantoria è sostenuta da travi e colonne lignee; il poggiolo è composto da pannelli con bifore trilobate cieche.
È quindi possibile adottare questo prezioso strumento musicale per consentirgli di riprendere a vibrare con rinnovata forza e vigore. Adottarne almeno le canne supportandone il restauro e ricevendo il ringraziamento ufficiale della Comunità nei suoi annali storici.
Per partecipare all’iniziativa potete scaricare le “istruzioni” qui.