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Accadde oggi, 12 marzo

12 marzo 1977, gli scontri a Bologna per Radio Alice

 

 

4 dicembre 1974. La Corte Costituzionale dichiara illegittimo il monopolio Rai sull’etere. Nascono le prime radio libere. A Bologna, l’area legata al disciolto Potere Operaio e all’Autonomia Operaia discute della creazione di un emittente. Un anno dopo ecco le prime trasmissioni sperimentali di Radio Alice sulla frequenza 100.6.

 

Con strumenti di fortuna alcuni giovani, studenti del Dams o legati all’autonomia bolognese sono i primi curatori. A fine gennaio del 1976 iniziano le trasmissioni ufficiali con il motto «Dare voce a chi non ha voce». Nulla di simile si è mai visto nel panorama radiofonico italiano: i microfoni sono aperti a qualsiasi contenuto, a qualsiasi telefonata, a qualsiasi argomento, senza censura di sorta. E’ un flusso continuo di notizie, dibattiti, contro informazione, 24 ore su 24, senza palinsesto. Radio Alice diventa un punto di riferimento nei mesi duri degli scontri universitari di quel periodo.

 

La Bologna “bene” si scandalizza, non comprende il disagio e la voglia di cambio di marcia dei suoi figli.

Ad aprile del 1976 “Bifo” Berardi, fra i fondatori della radio, viene arrestato e accusato di essere parte delle organizzazioni terroristiche, Brigate Rosse su tutte. Per richiedere la sua scarcerazione Radio Alice organizza una festa in piazza Maggiore: le strade si riempiono con più di 10 mila persone. Bifo verrà scarcerato poco dopo e diventa il leader della protesta studentesca. E’ l’alba del 1977, anno di piombo. Dai microfoni i redattori parlano di case da occupare, di università da riformare, di jacqueries (le autoriduzioni in ristoranti, cinema, spettacoli), si fanno beffe delle autorità costituite, qualunque esse siano.

 

È sera quel 12 marzo del 1977. La tensione a Bologna è alta da giorni, altissima. Il giorno prima ci è anche scappato il morto. Gli scontri all’Università fra autonomi e componenti di Comunione e Liberazione sono forti. Il rettore chiama le forze dell’ordine che senza fronzoli intervengono nella contesa. Un carabiniere spara ad altezza uomo e uccide Francesco Lorusso, 25 anni, militante di Lotta Continua. Radio Alice diffonde la notizia della morte dello studente. Un imponente corteo attraversa la città scontrandosi in più punti con le forze dell’ordine. Vengono attaccate sedi di istituzioni, partiti politici e commissariati; negozi devastati; decine di arresti, numerosi feriti. Al termine, l’università è occupata e barricate vengono erette per difenderla.

 

Per due giorni la città è teatro di una vera e propria guerriglia urbana. Radio Alice manda in onda le telefonate degli ascoltatori sparsi in giro per la città che riferiscono degli scontri in corso, segnalano la posizione delle forze dell’ordine, incitano alla guerriglia, o insultano i dimostranti. Il giorno dopo, il 12 di marzo appunto, la polizia fa irruzione nella sede di Radio Alice, i cui speaker sono accusati di istigare e dirigere gli scontri. Le attrezzature sono distrutte, i redattori arrestati.

Riaprirà un mese dopo ma non sarà più la stessa cosa. Durerà ancora un paio di anni e poi le frequenze verranno cedute a Radio Radicale.

 

Tutti gli arrestati di Radio Alice, alcuni dei quali malmenati in carcere, vengono prosciolti dalle accuse mosse nei loro confronti. L’inchiesta contro il carabiniere che aveva sparato a Lorusso e il capitano che lo comandava si conclude con l’archiviazione del caso.

 

Foto “Quadri Unda Radio 545 del 1940 presso biblioteca di Dobbiaco” di LlorenziOpera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.