Per il lavoro e la libertà d’informazione

L’appuntamento di ieri per sottolineare il ruolo decisivo assunto dalle forme di comunicazione nell’attuale crisi democratica

 

Si è tenuta ieri 6 marzo a Roma presso il Centro congressi Frentani l’assemblea intitolata «Al lavoro per una nuova società dell’informazione» promossa da “Un format” inedito: l’associazione Articolo21 liberi di… e la Cgil (con la federazione di settore Slc) che hanno deciso di mettersi insieme ufficialmente per sottolineare quali siano «i rischi che la democrazia italiana corre, anche per ciò che concerne autonomia e indipendenza dei media, vecchi e nuovi; e per quanto riguarda l’assetto industriale dei comparti del sistema», ha sottolineato ieri il coordinatore dell’incontro e garante di Articolo 21, Vincenzo Vita .

 

«La novità – rileva Vita – sta proprio nella cosiddetta intersezionalità, ovvero nel percorso aperto e inclusivo nei e dei vari aspetti dell’universo comunicativo. A differenza dell’età analogica e persino delle prime stagioni digitali, siamo al cospetto di un grande ibrido, che la ricerca chiama infosfera. Si tratta di un variopinto universo in cui convivono antiche forme espressive con la velocissima extranazione degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale, passando per gli apparati sempiterni come la pur infragilita Rai.

 

La novità ancora più esplicita – ha ricordato Vita –, il coinvolgimento diretto del segretario generale della Cgil Maurizio Landini e della dirigenza della specifica federazione con Riccardo Saccone, che è stata una chiara indicazione: solo il rilancio di vertenze e conflitti può evitare lo scivolamento verso la democratura: Orban docet. In un simile contesto, che ha sullo sfondo l’attacco alla Costituzione italiana, i contropoteri vanno emarginati e messi in causa, dalla magistratura all’informazione autonoma e indipendente, fino alla creatività culturale.

 

Non bastano, dunque, i pur utili seminari e convegni di cui siamo pieni, fino al paradosso delle iniziative sull’intelligenza artificiale, talvolta intrise di metodi analitici estranei ad un mondo illeggibile con i soliti paradigmi.

 

Ma dove la realtà concreta è popolata da schiavi e precari, che permettono alle macchine di essere ed agire. Per non dire della logistica sorretta dai nuovi dannati della terra, i rider e i facchini delle piattaforme.

 

Insomma – ha ridadito Vita –, è indispensabile oggi coniugare progetti alternativi e ricostruzione di alleanze sociali in grado di sorreggere un corpo a corpo durissimo. Le destre intendono piegare i settori evocati al loro dominio propagandistico, ad una presunta contro-narrazione improntata ad archetipi reazionari vagamente imbellettati da qualche citazione di D’Annunzio o Prezzolini. Salvo poi cadere nell’ossessione della conquista delle istituzioni, osservate per anni dal buco della serratura e immaginate come uno scintillante eldorado».

 

All’incontro di ieri hanno preso parte tanti giornalisti, esperti della comuniocazione, giornalisti Rai, dell’indotto e del mondo degli appalti, con la denucnia dei giornalisti privi di contratti regolari, e testimonianze di tante altre testate giornalistiche. Ad aprire i rappresenti di Articolo21 come il coordinatore Giuseppe Giulietti e la portavoce Elisa Marincola (presidente Paolo Borrometi) e Maurizio Landini (in chiusura) con Saccone in apertura per la Cgil, e ancora Sergio Bellucci, Paolo Berizzi (giornalista sotto scorta perché minacciato dai movimenti di estrema destra), Marino Bisso per la Rete NoBavaglio, Micaela Bongi, Angelo Camagna, Elisa Castellucci, Alessandra Clementini, Sara Lucaroni, Marianela Diaz di FreeAssange Italia, il presidente della federazione della stampa Vittorio Di Trapani, Camilla Piredda, Sigfrido Ranucci (nella foto), Marco Tarquinio, Alessia Tripodi, Silvia Truzzi.

 

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(Nella foto l’intervento di Sigfrido Ranucci all’incontro No signal)