Il “viento” che ha soffiato sulle nostre chiese

Vent’anni fa un primo gruppo musicale giungeva nelle valli valdesi dal Rio de la Plata: ora il tour del nuovo gruppo, con una Corale, ha suscitato una passione popolare all’insegna della gioia e del senso di comunità

 

Todo cambia è stato il canto rimasto indelebile nella nostra memoria quando i “Vocal Sur” giunsero alle valli valdesi in una estate di una ventina di anni fa. All’epoca fu talmente profonda l’esperienza con loro e con il loro canto che la loro promessa di ritornare alle Valli è sempre stata coltivata da molti di noi, malgrado la consapevolezza che, quando tutto cambia, anche le promesse possono trasformarsi in vuote speranze, spesso deluse. Così, all’epoca, il loro canto, dolce e deciso, fu riproposto, ricalcato, emulato come per esempio dal gruppo siciliano “Vocal Sud”.

 

«Todo cambia… ma non cambia il mio amor», dice la canzone; è dunque l’amore a mantenere vivi i legami: per la terra, dalla quale provenivano i propri antenati, terra che diventa non solo luogo di identità e radici ritrovate, ma luogo di condivisione della fraternità, dell’amicizia e di legami di fede forti che mantengono uniti i due rami della chiesa valdese: in Italia e in Uruguay. Tuttavia, i legami diventano ulteriormente più forti e più profondi quando sono sostenuti dalla musica: sì, la musica abbatte le barriere, annulla le distanze, permette di essere partecipi alla costruzione di relazioni, affetti, ponti…

 

Todo cambia: così i “Vocal Sur” sono diventati “Viento Sur” perché, in parte, sono cambiati gli elementi che compongono il gruppo, ma hanno mantenuto la loro promessa e sono tornati. Non da soli, ma con la Corale valdese di Colonia Cosmopolita, hanno allargato la possibilità di sentirsi coinvolti in una emozione di fraternità condivisa.

 

La loro venuta alle Valli valdesi ha riscosso, come prevedibile, un grande successo. I loro concerti tenuti a Villar Pellice, San Secondo, Pomaretto e Luserna San Giovanni hanno registrato dappertutto il pieno, un seguito popolare davvero grande. La risposta del popolo valdese, e non solo, è stata incredibile, da non sottovalutare: un segnale positivo sul quale riflettere e che può essere interpretato come una buona iniezione di fiducia nel fatto che la chiesa c’è e risponde agli appelli di fraternità, di affetti, di legami profondi. In effetti Todo cambia, sì, ma non l’amore.

 

È vero, non si può avere ogni settimana un Viento a soffiare su una comunità assopita o a orientare in una direzione, piuttosto che in mille, gli sforzi affinché siano condivisi e più efficaci, ma dalla venuta di questi due gruppi canori ricaviamo la netta sensazione che la gente ha bisogno di momenti di gioia condivisa, che c’è qualcosa ancora di veramente vivo e vegeto in quelle che noi consideriamo le nostre comunità addormentate, perché c’è del fuoco ardente sotto le ceneri.

 

Anche le testimonianze apparse su L’eco delle Valli valdesi di marzo (pag. 10) da parte dei nostri ospiti dell’Uruguay sono state significative perché emergeva chiaramente non solo la loro emozione di «conoscere la terra da cui sono arrivati i nostri avi in Sud America», ma anche di fare l’esperienza di sentirsi arricchiti dalla musica che travalica tutti i confini, le abitudini, la cultura, il colore della pelle e ti fa sentire fratello e sorella degli altri e delle altre. Una bella serata a Torre Pellice con le corali delle Valli, ha reso testimonianza di quanto arricchiscano momenti di scambio dei canti e dei modi di cantarli.  In quella pagina dell’Eco delle Valli di marzo, Sonia ha detto: «Vi aspettiamo in Uruguay per poter restituire qualcosa per tanta attenzione»: sì, la musica crea attenzione, cura, rispetto, e ti fa viaggiare lontano perché ti comunica che siamo attesi, anche dall’altra parte del mondo.

Sì, Todo cambia, la musica stessa cambia, ma non l’amore che il suo messaggio porta.