Rivolgersi a Dio con fede e determinazione
Un giorno una parola – commento a Marco 11, 24
Ascolta la meditazione:
Forse Dio si ricrederà, si pentirà e spegnerà la sua ira ardente, così che noi non periamo
Giona 3, 9
Perciò vi dico: tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete
Marco 11, 24
Gesù invita a pregare con la certezza di aver già ricevuto quello che si chiede… per poterlo ottenere!
Può sembrare un controsenso: se chiedo qualcosa è perché non la ho, e se l’ho già ricevuta, sicuramente non ho bisogno di richiederla.
Al di là delle specifiche richieste, generalmente quando preghiamo chiediamo sicurezza, giustizia, protezione, pace, benessere, vita, a volte perdono, liberazione, serenità, e non ci sembra mai di averne ricevuti abbastanza. Anzi, giorno dopo giorno abbiamo sempre nuovi motivi per elevare la nostra preghiera al Signore perché pur riconoscendo che in Cristo Dio ha già donato all’umanità tutto ciò che le aveva promesso e che le serve, non riusciamo a sperimentare nella nostra quotidianità gli effetti della giustizia, della consolazione, della misericordia, dell’amore, della salvezza.
Forse è per questo che Gesù parlando con i suoi discepoli del rapporto tra fede e preghiera, invita a non limitarsi nel pregare, ma a rivolgersi a Dio con fede e determinazione. Non con l’atteggiamento di chi è ormai rassegnato nell’aspettare il compimento della promessa nel futuro Regno di Dio, ma con quello di chi, certo che Dio ascolta e risponde prima ancora che la parola arrivi alla nostra bocca, prova a confidare e affidarsi andando oltre la realtà umana per scoprire la presenza operante di Dio che non dona una volta per tutte, nel passato o nel futuro, ma rinnova per ognuno e ognuna la sua promessa nel presente, giorno dopo giorno.
Amen.