“Vita Immaginaria”, il Salone del Libro di Torino al via il 13 maggio

Torna nel segno di una delle più note scrittrici italiane, cresciuta proprio all’ombra della Mole Antonelliana: Natalia Ginzburg. Suo infatti il volume che dà il titolo all’edizione 2024 del festival letterario

 

Torna il Salone del Libro di Torino sotto la nuova direzione di Annalena Benini. Torna nel segno di una delle più note scrittrici italiane, cresciuta proprio all’ombra della Mole Antonelliana: Natalia Ginzburg.

 

Il suo Vita immaginaria – volume di cui cadono quest’anno i 50 anni dalla pubblicazione – è anche il titolo e tema della nuova edizione del Salone del Libro. Nel volume di Ginzburg si parlava della condizione delle donne negli anni del femminismo e di quella degli ebrei e dello Stato di Israele, della fragilità della democrazia sempre sotto minaccia, fino a una riflessione sui processi creativi.

Argomenti ancora attuali, che in parte troveranno spazio nella rassegna torinese, organizzata tra il 9 e il 13 maggio.

«La vita immaginaria muove la vita creativa, come scrive Natalia Ginzburg nel suo magnifico saggio, e a volte anticipa e indovina le vicende della vita reale», ha spiegato Benini, presentando negli scorsi giorni un’anteprima del programma al Teatro Regio di Torino.

 

«Questo Salone è allora l’omaggio alla vita immaginaria, in tutte le sue forme: al suo modo creativo, malinconico, fiducioso e sempre nuovo di creare altri mondi e di farli incontrare, sperando perfino che qualcuno di essi possa diventare reale».

A curare la ripubblicazione di “Vita immaginaria” per Einaudi è stato Domenico Scarpa, consulente letterario del Centro studi Primo Levi di Torino. «Mi fa molto piacere si parli di questo volume, tra i meno noti di Ginzburg. È una raccolta di scritti non narrativi pubblicati tra il ’69 e il ‘72 da La Stampa e il Corriere della Sera», spiega a Pagine Ebraiche.

 

C’è una stroncatura di “Io e lui” di Alberto Moravia così come una recensione positiva quanto amara del film Domenica, maledetta domenica di John Schlesinger. Cadendo quest’anno anche il 50esimo anniversario dalla pubblicazione di La Storia di Elsa Morante, vale la pena riprendere in mano l’analisi allora di Ginzburg. «La voce che racconta, nella Storia, è la voce di chi ha attraversato i deserti della disperazione. – scriveva Ginzburg del capolavoro di Morante – È la voce di chi sa che le guerre non hanno mai fine, e che saranno sempre deportati gli ebrei, o altri per loro”. Questo volume così come tutti i libri di Natalia Ginzburg, conclude Scarpa, “sono grandi classici dello scorso secolo. Ripubblicarli serve a tenerli in vita e la scelta di Benini, che ama molto Ginzburg, rappresenta un invito a tutti a leggerli».

 

Oltre alla dedica a Ginzburg, il Salone celebrerà un altro anniversario: i cento anni dalla morte di Franz Kafka. «Lo scrittore che forse meglio ha saputo rappresentare l’allucinazione e l’ansia dell’Occidente agli inizi del Novecento», sottolinea Bernini. A raccontarlo al pubblico del Salone, attraverso una prospettiva originale, sarà Nicolas Mahler, fumettista e illustratore austriaco. In aprile uscirà in Italia il suo Komplett Kafka (Tutto su Kafka): una biografia a fumetti ispirata alla passione per il disegno dell’autore praghese.

 

«Lo sai che una volta ero un grande disegnatore?», scrisse nel 1913 Kafka alla fidanzata Felice Bauer. Una frase da cui ha preso spunto Mahler per ritrarre la vita e l’opera del celebre scrittore di lingua tedesca, riecheggiando il suo stile minimalista nel disegno. Kafka, ha raccontato Mahler presentando di recente il suo lavoro in Germania, disegnava spesso figure bizzarre, stranamente curve, esagerate, come caricature. «Non c’è alcuno sforzo di realismo o di abbellimento, ma piuttosto il desiderio di distorcere e semplificare la realtà», ha spiegato il fumettista austriaco. Uno stile ripreso in Komplett Kafka e utile, ha aggiunto Mahler, anche per guardare al presente.

 

Tratto da Moked.it