Il Consiglio ecumenico delle chiese in visita a Gerusalemme per parlare di pace

Il segretario del Cec, pastore Jerry Pillay sta incontrando rappresentanti di tutte le religioni presenti nella regione per tentare una via di conciliazione

 

Il Segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), il pastoreJerry Pillay, ha incontrato i Patriarchi e i Capi delle Chiese a Gerusalemme il 17 febbraio, ed è stato accolto con gratitudine «in questo momento difficile e complicato per tutti i popoli di questa regione, e soprattutto per la comunità cristiana di Terra Santa», ha affermato  Theophilos III, Patriarca di Gerusalemme, nel saluto di benvenuto.

 

«La vostra visita è di grande importanza, perché portate con voi l’attenzione del Consiglio ecumenico delle Chiese e dei suoi membri sulla situazione qui. La guerra e la violenza sono sempre la conseguenza del fallimento umano».

Ma la Chiesa proclama una verità diversa, ha aggiunto il Patriarca. «In termini teologici affermiamo che l’odio e le tenebre non hanno ipostasi; sono solo la luce e la vita ad avere un’esistenza vera e duratura. La morte non è la nostra missione».

 

Il patriarca ha chiesto unità, pace e riconciliazione. «Questa è la nostra comune vocazione umana e il nostro comune destino. La nostra esperienza storica in Terra Santa è un esempio potente e tangibile di come sinagoga, chiesa e moschea possano coesistere fianco a fianco nel rispetto reciproco».

Pillay ha espresso profondo apprezzamento  e ha ribadito l’appello del Cec per la fine della guerra e per il dialogo per la pace. Ha ricordato come il Consiglio ecumenico si occupi da molti anni della questione palestinese e israeliana e ha sempre sostenuto l’appello per una pace giusta in Palestina.

 

Riflettendo sul viaggio, Pillay ha aggiunto: «Il Cec parla di un pellegrinaggio di giustizia, riconciliazione e unità, ed è in questo spirito che continuiamo il nostro viaggio in Terra Santa offrendo sostegno nella preghiera e impegnandoci in un intervento strategico per affrontare l’attuale guerra a Gaza».

Pillay ha sottolineato che gli obiettivi della visita sono «esprimere solidarietà, discutere la situazione attuale e discernere con voi come il nostro organismo possa essere di aiuto in questo contesto».

I partecipanti hanno pianificato di organizzare nel prossimo futuro una conferenza sull’identità cristiana nel mondo e soprattutto nel contesto di Gerusalemme.

 

Nel suo primo giorno di visita Pillay ha visitato anche la Chiesa del Santo Sepolcro. Ha partecipato a un pranzo presso l’Arab Catholic Scouts Club con il gruppo di solidarietà statunitense Sabeel (con 30 pellegrini provenienti dagli Stati Uniti, la maggior parte dei quali presbiteriani). Ha visitato anche il quartiere armeno e ha incontrato il Comitato cristiano internazionale.

 

Il 18 febbraio il pastore Pillay ha predicato presso la chiesa luterana del Redentore a Gerusalemme sul Monte degli Ulivi. Il sermone, basato sulla lettura del lezionario di Matteo 4:1-11, si è concentrato sulla tentazione di Gesù da parte del diavolo nel deserto.

Pillay ha sottolineato che tutti a volte lottiamo per comprendere e fare la volontà di Dio, e ha collegato questo alla lotta nel contesto palestinese, soprattutto ora nel contesto della guerra a Gaza.

Ha invitato le persone di fede ad arrendersi come Gesù alla volontà del Padre e ad essere certi, anche in un contesto di violenza e incertezza, che possono avere sicurezza in Cristo.

 

Ha concluso il sermone chiedendo: «E perché possiamo confidare nella nostra sicurezza in Cristo?» Nel rispondere a questa domanda, ha riflettuto su Romani 8:31, secondo cui nulla può separarci dall’amore di Cristo. «Poiché sono convinto che né la morte né la vita, né gli angeli né i demoni, né il presente né il futuro, né alcuna potenza, né l’altezza né la profondità, né alcuna altra cosa in tutta la creazione potrà separarci dall’amore di Dio questo è in Cristo Gesù, nostro Signore. Possiamo riporre la nostra speranza e fiducia in Dio per un futuro migliore e un mondo migliore con pace e sicurezza per tutti».

 

A fare gli onori di casi Sani Ibrahim Azar, vescovo della Chiesa evangelica luterana di Giordania e Terra Santa.

Nel pomeriggio la delegazione ha incontrato anche lo sceicco Azzam Khatib, direttore del Waqf islamico, rappresentanti ebrei, l’organizzazione per i diritti umani Btselem e l’organizzazione israeliana per i diritti umani Rabbis for Human Rights.

 

Il segretario generale del Cec è accompagnato dalla dottoressa Audeh Quawas (membro del comitato centrale), Marianne Ejdersten (direttora della comunicazione del Cec) e Yusef Daher (coordinatore dell’ufficio di collegamento a Gerusalemme).

 

 

Photo: Issa Johnny Habash/Jerusalem Patriarchate