Eresie, un viaggio attraverso i secoli
Sabato a Torre Pellice (To) il convegno “Eresie di ieri e eresie di oggi»
Un viaggio attraverso i secoli per capire il concetto di eresia. «Eresie di ieri e eresie di oggi» era il titolo del convegno di sabato 3 febbraio (Aula sinodale della Casa valdese a Torre Pellice), primo evento nella serie delle iniziative per ricordare gli 850 anni del movimento valdese. Un concetto ampio, che richiede di essere ri-focalizzato, a partire dal fatto – ha ricordato Bruna Peyrot, presidente della Fondazione Centro culturale valdese (Ccv) che ha organizzato l’evento – che l’appellativo di “eretico” veniva dato, in origine solo in ambito religioso, da chi vede sconvolto il proprio quadro di riferimento e quindi esprime una condanna nei confronti di quanti se ne allontanano.
Marina Benedetti, medievalista dell’Università di Milano, chiarendo che il termine adesso è impiegato ben oltre l’ambito religioso, tanto che esistono dei veri e propri “Festival dell’eresia”, ha usato la significativa immagine secondo la quale studiare un’eresia significa cercare di «avvicinarsi a una distanza», quella che appunto separa l’ordine comune delle cose da una diversione rispetto alle sue coordinate. Un taglio particolare è stato fornito da Anna Benvenuti (Università di Firenze), nella sua investigazione relativa all’integrazione delle donne nella spiritualità delle chiese nel Medio Evo; Francesco Mores ha invece portato il discorso a un’altra epoca, quella del modernismo con la sua repressione da parte della Chiesa cattolica, che vide nel movimento che si sviluppò a cavallo tra Otto e Novecento la sintesi di tutte le eresia.
Di diverso tono la seconda parte del convegno, moderata da Davide Rosso che della Fondazione Ccv è direttore, con la partecipazione di Piero Polito, direttore del Centro studi “P. Gobetti” di Torino, intitolato a un personaggio che sapeva essere eccentrico a ogni visione condificata, nella politica e nel pensiero. Suo lo stimolante riferimento a Aldo Capitini; il filosofo Federico Vercellone (Università di Torino, presidente del Centro culturale protestante della stessa città) invece ha posto un interrogativo intrigante per l’epoca attuale, anche se riferita a un arco di tempo di due secoli: non è più – ha detto – un tempo di eresie, bensì un’epoca in cui esistono chiese che non hanno più una teologia. Baruch Spinoza è l’eretico a tutto tondo, rispetto al mondo ebraico da cui proviene, addirittura un panteista, che venne demolendo una per una molte delle certezze fino ad allora acquisite.
L’ultimo intervento è stato quello di un giornalista: Stefano Tallia, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte: il giornalista – ha detto – si muove in un mondo orientato e addirittura polarizzato, nel quale non è facile che gli approcci “eretici” trovino spazio. Invece proprio di interpretazioni complesse avremmo bisogno. Alcuni intellettuali, che hanno attraversato il giornalismo, senza essere solo giornalisti: un solo nome basta per farsi un’idea del concetto: Pasolini. Uno dei compiti del giornalismo è proprio di mettere in rilievo questi fermenti.
Non va tuttavia dimenticato di ricordare gli eretici di un tempo, ha detto ancora Benedetti nel dibattito successivo, per quella che fu la loro sorte: il rogo. Ora le coordinate sono diverse.
Il prossimo appuntamento di questa annata all’insegna dei “Vadesi in movimento” sarà ora l’inaugurazione della mostra «Valdo e i valdesi tra stori e mito», prevista per sabato 10 febbraio alle 16 alla Casa valdese di Torre Pellice. La mostra, curata da Marco Fratini e Samuele Tourn Boncoeur, sarà aperta fino al 30 settembre nei locali della Fondazione.