Gesù era un alieno. Noi siamo alieni

Un astronomo e una pastora valdese si confrontano con alcuni interrogativi che riguardano la nostra presenza sulla terra e le possibili forme di vita di cui non siamo ancora a conoscenza

Siamo soli? Non su questa terra o nel nostro sistema solare… ma nell’Universo. Una domanda che affascina l’essere umano da sempre e che, al momento, non ha una risposta univoca e certa. Le teorie al riguardo sono molte, alcune assai fantasiose. Romanzi e film hanno di certo contribuito a creare un’idea di come potrebbero essere i nostri vicini di galassia. Abbiamo provato a chiedere a un ricercatore e astronomo, Daniele Gardiol, che sta da una vita con “il naso all’insù”, un bilancio di ciò che si sa con certezza e a una pastora, Daniela Di Carlo della chiesa valdese di Milano, di darci una valutazione più legata alla nostra fede.

– Siamo soli? Che cosa ci dice oggi l’astronomia riguardo alla presenza di altre forme di vita nell’Universo?

«È praticamente certo che ci siano forme di vita – ci dice Daniele Gardiol –. Nelle osservazioni fatte con i telescopi sono state
individuate molecole organiche un po’ ovunque nello spazio che ci circonda, centinaia di miliardi di galassie e quindi ci verrebbe da dire: perché solo sulla Terra deve essere presente la vita, come la intendiamo noi? Negli anni ‘50 il chimico Stanley Miller fece un esperimento per riuscire a riprodurre quello definito come “brodo primordiale”. Ebbene le stesse molecole (amminoacidi) create con l’esperimento le abbiamo trovate nelle meteoriti: quindi non è escluso che la vita si sia formata sulla terra grazie all’impatto di meteoriti che contenevano le molecole base per un essere vivente». Gli alieni quindi siamo noi, potremmo quasi dire… «Resta da definire – aggiunge ancora Gardiol – cosa intendiamo per vita e bisogna fare la netta distinzione fra vita e vita intelligente. Uno dei settori di punta dell’astronomia, dove si sta investendo molto, è quello che sta analizzando alcuni pianeti extra sistema solare che potenzialmente possono ospitare la vita (per temperatura, dimensioni e composizione), quelli nella cosiddetta fascia di abitabilità».

Simile il pensiero della pastora Daniela Di Carlo. «Siamo soli? Forse no. Perché dobbiamo essere così antropocentrici da pensare di essere l’unica forma di vita? Anche sulla nostra stessa terra ci sono molte forme di vita animale, che noi abbiamo sottomesso. La creatività di Dio può tranquillamente essere stata moltiplicata in altri “mondi”, ho una visione possibilista su questo aspetto: ci potrebbe essere qualcosa di totalmente diverso da noi ma con cuore emozionante e pensante. Gesù, come ho scritto in un articolo [n. 38 del 2022, ndr], era un alieno, un simbionte: era così diverso dall’umanità ma in profonda simbiosi con essa a un livello che noi non riusciamo a raggiungere, anzi stiamo facendo di tutto per distruggere la nostra umanità».

– Alcune teorie sostengono che ormai forme di vita aliene siano vicine alla Terra: vi è mai capitato di imbattersi nell’osservazione di fenomeni particolari o non spiegabili?

«Passando molto tempo a osservare il cielo e lo spazio mi sono imbattuto spesso in fenomeni a cui non sapevo dare una spiegazione scientifica – prosegue Gardiol –. Con il passare del tempo e studiando a fondo ogni fenomeno particolare ho trovato alcune risposte. Ma non tutto ha avuto un responso chiaro e univoco. Ci possono essere luci riflesse, illusioni ottiche etc. Non per forza qualcosa che non conosciamo è da ricondurre a una civiltà aliena». «Dio in Gesù – ci spiega invece Di Carlo – ha mostrato una possibilità concreta della sua esistenza; su civiltà aliene invece abbiamo affascinanti teorie, libri e film, ma non prove concrete: non è presente un assenso generale scientifico. Non escludo la presenza a priori ma non ci sono esempi chiari come quello rappresentato da Gesù».

L’immaginario ha spesso dipinto l’extraterrestre molto simile all’uomo (più o meno “cattivo” e distruttore). Questa è una visione antropocentrica; così come è antropocentrica l’idea che ci si è fatti della loro “venuta” (sbarcano dalle astronavi, distruggono, etc., idea che è molto simile a quello che ha sempre fatto l’essere umano nella storia): è verosimile questa “visione” oppure dobbiamo iniziare a pensare a qualcosa di concettualmente diverso?

«Da appassionata di serie Tv e fumetti di Dylan Dog mi viene da pensare che ci sia qualcosa di non obbligatoriamente simile a noi, di poco decifrabile. Collegandoci al messaggio biblico e alla fede, ci viene garantita una vita oltre la vita, che per certi aspetti potrebbe rientrare in questo ragionamento. Se però devo immaginare un extra-terrestre dalle fattezze di un umanoide lo immagino non mostruoso, e invece mosso dalla volontà di aiutare. La serie Tv Travelers a esempio racconta di come delle “istanze” aliene si impossessino di corpi umani a fin di bene, per evitare, a esempio, delle catastrofi».

«Già sulla terra abbiamo forme di vita molto particolari, diverse da ciò che siamo abituati a immaginare – conclude Gardiol –. C’è chi resiste a temperature estreme, chi a pressioni alte e così via. Quando la vita è iniziata sulla Terra le condizioni erano molto diverse: non era presente l’ossigeno e quindi gli organismi erano anaerobici. Circa 3500 milioni di anni fa, grazie a un cianobatterio, iniziò la produzione di ossigeno libero sulla terra, che ha preparato il campo alle forme di vita che oggi conosciamo. Insomma, non aspettiamoci umanoidi verdi come ci vengono presentati in molti film o libri di fantascienza. Gli stessi grandi autori di libri di fantascienza (Asimov e Saberhagen per esempio) hanno descritto gli “extraterrestri” in forme diverse da ciò che ci aspettiamo. Infine bisogna tenere presente che anche i concetti di spazio e tempo come li conosciamo noi non sono concetti assoluti applicabili a tutto l’universo».