Atti di coraggio, semplicemente umani

Un incontro a Carrara ricorda Jacopo Lombardini e Erminia Orsi

Due persone che rischiarono spendendosi per il prossimo e per la libertà, figure che sarà bello ricordare insieme, in un incontro di domani a Carrara, in occasione della Giornata della Memoria: da un lato Jacopo Lombardini, insegnante metodista nativo di Gragnana (Carrara), predicatore locale impegnato pur senza armi nelle formazioni partigiane dopo aver aderito al Partito d’Azione: arrestato in un rastrellamento nel marzo 1944, morirà in una camera a gas a Mauthausen il 25 aprile 1945. Dell’insegnante e predicatore Lombardini, dall’aprile 2023 ricordato anche da una pietra d’inciampo presso il Centro culturale valdese a Torre Pellice, parlerà Valdo Spini.

Dall’altro lato una figura meno nota ma interessante anche per il mondo protestante: Erminia Orsi, anch’ella carrarina, proveniente da una famiglia semplice e militante anarchica con mamma protestante. Di lei parlerà Maria Mattei, professoressa di inglese, che, come ricercatrice indipendente, si occupa da tempo di Studi delle Donne e dei legami tra le Apuane e il mondo angloamericano, con particolare riferimento alle migrazioni verso gli Stati Uniti di scultori, scalpellini e cavatori.

«Erminia Virginia Orsi nasce il 9 gennaio del 1909 a Torano – ci dice –, una piccola frazione del Comune di Carrara, nel cuore delle Alpi Apuane. Il padre è cattolico, e lavora nelle cave di marmo. La madre, Ginevra Ginesi, è una delle pochissime protestanti del paese. Il National Holocaust Museum di Washington conserva una bella intervista a Erminia, che racconta dell’impegno di sua madre e della nonna in favore dei bisognosi e soprattutto dei malati. Erminia accenna anche alla discriminazione di cui sua madre e la nonna furono oggetto a causa del loro credo religioso e si dice certa di aver imparato da loro a combattere contro tutte le ingiustizie. Tuttavia Ginevra morì quando Erminia aveva sette anni; la figlia aveva sedici anni quando si innamorò di Annibale Vico Lodovici, antifascista e anarchico, e insieme decisero di emigrare in Francia, a Marsiglia».

– In Francia venne in contatto con l’ambiente protestante: come si determinò questo incontro, e a quali azioni portò?

«Erminia è anarchica e antifascista. Stando alle carte di polizia, in Francia frequenta la comunità anarchica in esilio, conosce Enrico Zambonini e Angelo Sbardellotto e per tutta la vita rimarrà in contatto con il carrarese Gino Bibbi, cugino di Gino Lucetti, l’amico di Carlo Rosselli, noto per aver attentato alla vita di Mussolini. Forse è proprio grazie a Bibbi, che combatté in Spagna durante la Guerra Civile, che Erminia decide di andare ad aiutare i figli e le figlie dei combattenti contro il franchismo. Erminia non dice come entrò in contatto con la comunità protestante di Marsiglia. È possibile che a fare da tramite sia stata l’amica protestante Emilie Guth, è insieme a lei che Erminia entra far parte della Resistenza Francese. Entrambe nascondono degli ebrei in casa e si procurano soldi e documenti falsi».

– Poi questo impegno si precisa ulteriormente…

«Nell’intervista, Erminia dice di aver saputo che il pastore pacifista André Trocmé aiutava i rifugiati nel villaggio protestante di Le Chambon-Sur-Lignon (dipartimento della Haute-Loire, nella regione Auvergne-Rhône-Alpes, ndr: la sua storia è raccontata nel libro di P. Hallie, “Il tuo fratello ebreo deve vivere”. Un villaggio e il suo pastore nonviolento nella resistenza, Claudiana, 1983, oltre che nel film tv La colline aux mille enfants del 1994; v. anche): “tutto quello che ho fatto io è stato trovare gli ebrei e portarli a Chambon in treno, mi sono occupata dei trasporti”. Le sue parole sono perfettamente in linea con quelle degli altri Giusti, tra i quali dobbiamo ricordare la stessa Emilie Guth, gli atti di infinito coraggio che queste persone hanno compiuto diventano semplicemente naturali, infinitamente umani: “andava fatto!”. Credo che Erminia ricordi molto il suo concittadino Jacopo Lombardini. Entrambi scelsero di non girare la testa dall’altra parte e di assumersi la responsabilità, a rischio della vita, di aiutare gli altri; entrambi non permisero all’indifferenza di mangiare la loro umanità».

– Infatti oggi troviamo Erminia Orsi nell’elenco dello Yad Vashem: è una Giusta delle nazioni. Come viene ricordata? Ci sono altre iniziative in Italia o nella sua città d’origine?

«Erminia figura tra le donne protestanti di Marsiglia, è citata in diverse pubblicazioni, ma in Italia e a Carrara, la cosiddetta Convoyeuse di Chambon è completamente sconosciuta e dimenticata. Credo che la città del marmo – che ha dato i natali a Jacopo Lombardini e a lei, Giusta tra le Nazioni, legata alla Comunità Protestante – dovrebbe fare di più non solo per serbarne la memoria, ma per dare vita ai loro insegnamenti, la Conferenza di domani spero sia un primo passo». 

L’appuntamento, sotto il cappello «Giorno della Memoria – Carrara ricorda due storie esemplari», è intitolato «Erminia Orsi e Jacopo Lombardini. Storie di umanità, coraggio, anarchia, antifascismo e fede», e si tiene alle 21 di venerdì 26 gennaio all’ex Ospedale S. Giacomo (via Grazzano 1). Prenotazioni presso [email protected].