«Gaza il luogo più pericoloso in cui essere bambini»

Ennesimo appello del Consiglio ecumenico delle chiese al cessate il fuoco in Medio Oriente. Donne e minori le vere vittime del conflitto in corso

 

Secondo i rapporti delle Nazioni Unite, sono soprattutto le donne e i bambini di Gaza a sopportare il pesante fardello della guerra in corso, con quasi un milione di donne e ragazze sfollate e 12.882 donne e bambini già morti in una guerra che infuria ormai da più di 100 anni. giorni.

L’Unicef ha descritto Gaza come «il luogo più pericoloso in cui essere bambini».

Successivamente è stata rilasciata una dichiarazione da Catherine Russell, direttore esecutivo dell’Unicef, che ha avvertito che oltre 1,1 milioni di bambini sono minacciati dall’intensificarsi del conflitto, della malnutrizione e delle malattie nella Striscia: «I bambini di Gaza sono imprigionati in un incubo che peggiora ogni giorno che passa».

 

Reem Alsalem, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e le ragazze, ha affermato che circa il 67% delle persone uccise a Gaza sono donne e bambini. «Le donne uccise in questo conflitto provengono da tutti i ceti sociali e includono giornaliste, personale medico, personale delle Nazioni Unite e membri di organizzazioni della società civile».

Secondo UN Women, 951.490 donne e ragazze sono state sfollate dalle loro case e 2.784 donne sono diventate vedove e nuove capofamiglia, in seguito alla morte del loro partner maschile in questi primi cento giorni di guerra. UN Women ha continuato a fornire dati che certificano che ogni ora a Gaza vengono uccise due madri e che 12.882 donne e bambini sono già morti nella guerra. Altri 10.022 bambini hanno perso il padre.

 

Il segretario generale del Consiglio mondiale delle chiese (Cec), il pastore Jerry Pillay, ha ribadito l’appello per un cessate il fuoco immediato. «I civili, soprattutto donne e bambini, stanno sopportando il peso maggiore della guerra e le loro esigenze mediche devono essere soddisfatte», ha affermato. «La comunità internazionale, le Nazioni Unite così come i governi, sono chiamati a tutelare la dignità di tutti gli esseri umani creati a immagine di Dio».

Le condizioni sanitarie sono peggiorate nel mezzo della calamità che ha colpito Gaza. Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione stima che circa il 15% delle donne incinte possa manifestare complicazioni legate alla gravidanza o al parto che richiedono cure mediche; ma che con il conflitto si rischia di perdere quella cura, il che potrebbe avere un esito negativo sulla gravidanza, sulla salute della madre e sulla salute del bambino. Le Nazioni Unite stimano che circa 50.000 donne incinte vivano attualmente a Gaza, con oltre 180 nascite che avvengono ogni giorno in un contesto di decimazione del sistema sanitario.

 

L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa) afferma che medici e ostetriche «stanno facendo tutto il possibile per fornire assistenza alle donne incinte e ad alto rischio nei sette centri sanitari operativi dell’Unrwa» – in calo rispetto ai 22 prima dell’avvio dell’operazione militare israeliana.

Il sistema sanitario di Gaza soffre anche per la mancanza di cure pediatriche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) afferma che i casi di diarrea sono aumentati del 66% tra i bambini. Sono segnalati anche meningite, varicella e ittero.

 

Secondo uno studio condotto dall’organizzazione giornalistica no-profit Intercept, la difficile situazione dei bambini a Gaza ha ricevuto meno copertura mediatica della guerra stessa. Solo due titoli degli oltre 1.100 articoli contenuti nello studio menzionavano la parola “bambini” in relazione alla situazione in corso a Gaza.

 

 

Photo: Paul Jeffrey/Life on Earth