Usa. Votare contro la crescente ondata di disinformazione

Il Martin Luther King Jr. Day ha rappresentato l’inizio non ufficiale di una mobilitazione per incoraggiare gli elettori afroamericani e non solo, ad esercitare il diritto di voto nelle prossime elezioni presidenziali

 

«Inizieremo presto perché abbiamo bisogno di dedicare molto più tempo a educare le persone su come votare contro la crescente ondata di disinformazione», è quanto ha affermato la pastora Barbara Williams-Skinner.

Per i leader della chiesa nera e le coalizioni multirazziali, il Martin Luther King Jr. Day, a meno di 300 giorni dal giorno delle elezioni, ha rappresentato l’inizio non ufficiale degli sforzi di mobilitazione degli elettori. In particolare le iniziative per il 95esimo compleanno del pastore battista afroamericano si concentrano sul superamento delle crescenti restrizioni al voto in alcuni stati che potrebbero scoraggiare dal votare gli elettori, soprattutto quelli più giovani.

 

«Siamo profondamente preoccupati che la nostra democrazia e il diritto di voto siano minacciati in modi che non avremmo mai nemmeno immaginato», ha affermato la pastora Skinner, coordinatrice di Faiths United to Save Democracy. «E allo stesso tempo, troppi dei nostri giovani e anche persone svantaggiate stanno uscendo dal sistema e non pensano che per loro sia efficace».

Williams-Skinner ha annunciato che la coalizione da lei guidata prevede di allargare le proprie attività oltre i leader della chiesa nera che sono tradizionalmente coinvolti per includere anche ebrei e musulmani, asiatici americani delle isole del Pacifico, latini e altri.

«Inizieremo presto perché dobbiamo dedicare molto più tempo a educare le persone su come votare contro la crescente ondata di disinformazione», ha affermato. «Dobbiamo assicurarci che le persone capiscano quali sono i loro diritti».

 

Il vescovo William J. Barber II, che in qualità di presidente di Repairers of the Breach e co-presidente della Poor People’s Campaign intende rendere la lotta della povertà una questione elettorale, ha tenuto domenica scorsa un discorso presso la chiesa battista abissina di Harlem, a New York, in occasione del Martin Luther King Jr. Day. Il discorso è il primo di sette che terrà nelle città di tutto il Paese nelle prossime settimane.

«Oggi la povertà è la quarta causa di morte in America», ha detto Barber. «È una condanna a morte per gli americani. È una parodia morale e un danno per l’anima della nostra nazione il fatto che la povertà uccida più persone degli omicidi, eppure i poteri costituiti non vogliono affrontare il problema».

Lunedì a Washington la National Action Network del pastore Al Sharpton ha ospitato un incontro per il Martin Luther King Jr. Day, dove i diritti di voto sono stati l’argomento della giornata. La sua organizzazione e la Conferenza delle Chiese Nere Nazionali hanno annunciato a dicembre una campagna congiunta “Get Out the Vote” che si concentrerà su questioni di interesse per gli elettori afroamericani, tra cui l’azione positiva (in inglese affirmative action, o discriminazione positiva è uno strumento politico che mira a promuovere la partecipazione di persone con certe identità etniche, di genere, sessuali e sociali in contesti in cui sono minoritarie e/o sottorappresentate, ndr.) e l’accesso all’assistenza sanitaria.

«Quest’anno non stiamo semplicemente celebrando l’eredità del dottor King, ma ci uniamo per promettere pubblicamente di proteggerla da coloro che desiderano annullare il suo lavoro», ha affermato Sharpton in una dichiarazione rilasciata in occasione della celebrazione del Martin Luther King Jr. Day. «In questo momento, il Civil Rights Act del 1964 (legge federale degli Stati Uniti d’America, che dichiarò illegali le disparità di registrazione nelle elezioni e la segregazione razziale nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle strutture pubbliche in generale, ndr.) è sotto attacco incessante, i diritti di voto per i neri americani vengono tagliati via in dozzine di stati e la disparità nelle grandi imprese americane è abissale».

 

La campagna congiunta “Get Out the Vote” metterà in rete circa 31.000 congregazioni, affiliate alla Conferenza delle Chiese Nere Nazionali e alla National Action Network di Sharpton, e formerà i pastori affinché, a loro volta, istruiscano i fedeli sul processo di voto.

«Abbiamo intenzione di utilizzare ogni mezzo, ogni risorsa a nostra disposizione per cercare di attirare l’attenzione su queste elezioni di novembre, e stiamo iniziando presto perché non crediamo di poterlo fare negli ultimi tre mesi della stagione elettorale», ha dichiarato W. Franklyn Richardson, pastore dell’area di New York che presiede sia i consigli di amministrazione della National Action Network che della Conferenza delle Chiese Nere Nazionali.

 

Richiamando l’impegno del pastore M. L. King sulla difesa del diritto di voto, W. Franklyn Richardson ha dichiarato: «King ha utilizzato il processo di partecipazione politica, guidato da un chiaro mandato di giustizia sociale del Vangelo, per convincere il nostro popolo a partecipare alle elezioni. Martin Luther King ha fissato il paradigma per la partecipazione della Chiesa a questo processo, e non possiamo dormirci sopra. Dobbiamo lanciare l’allarme sul fatto che la nostra partecipazione è vitale».