Agricoltura e UE. La Commissione GLAM: serve sostenibilità sociale

La Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia interviene sulle proteste degli agricoltori in corso in diversi paesi europei in visione ecosistemica

La Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) interviene sulle rivendicazioni degli agricoltori in corso in diversi paesi europei. «In queste settimane, il rallentamento delle forniture di energia e di materie prime sta togliendo fiato all’attività produttiva del continente. Ne conseguono fermi di produzione, chiusure di fabbriche e rincari. Gli agricoltori tedeschi riempiono le strade, dopo e insieme ai loro colleghi olandesi, spagnoli, francesi, polacchi, ungheresi, slovacchi, rumeni e, sporadicamente, italiani, per citarne alcuni.

Il tema delle proteste in corso sono gli interventi decisi dal Governo tedesco di riduzione dei sussidi al gasolio agricolo e di rimozione della esenzione dalla tassa sui veicoli agricoli e forestali che, aumentando i costi di produzione, minacciano le condizioni di sussistenza (la ‘competitività’) dell’intero settore produttivo. Questo va ad aggiungersi agli effetti dell’inflazione sui prezzi dell’acqua e dei prodotti fitosanitari, il set-aside (la messa a riposo periodica dei terreni per la rigenerazione) a rotazione obbligatorio, che riduce la produzione. Inoltre, il dumping dell’Ucraina (dopo la liberalizzazione del commercio con la UE dal giugno 2022), oltre che da altri continenti, con esportazioni a basso presso. Queste azioni mettono in campo elementi strutturali della politica e della produzione agricola nell’Unione europea che, a giugno, rinnoverà il suo Parlamento».

 

In particolare, la GLAM «ribadisce che la necessaria transizione dei sistemi alimentari debba essere compatibile con obiettivi di sostenibilità sociale e di salvaguardia della dignità della vita animale e vegetale secondo una visione ecosistemica. La transizione inoltre dovrebbe essere accompagnata da azioni che tutelino il lavoro e l’attività produttiva, anche con un contenimento del potere della distribuzione nella definizione dei prezzi».

Rileva che la misura europea relativa al set-aside (che a partire dall’inizio di quest’anno riguarda il 4% della superficie per ogni produttore con più di 10 ettari di seminativo) prevede la possibilità di seminare in quei terreni piante mellifere e ciò viene incontro alla campagna sui corridoi per insetti impollinatori avviata dalla GLAM nel 2022.

 

«Una indicazione – prosegue la GLAM – che riconosce l’importanza degli impollinatori per l’alimentazione: il 30% del cibo dipende direttamente dalla loro opera e, in assenza di essa, fino al 75% delle nostre colture subirebbe una riduzione a livello quantitativo o qualitativo. Al contempo, evidenziamo la condizione di declino delle popolazioni selvatiche e il rischio in cui versano a causa di pesticidi, perdita di habitat naturali, monocolture, parassiti, malattie e, sempre più spesso, dei cambiamenti climatici»

Nel testo predisposto dalla GLAM si parla anche di normativa. «Da quando l’agricoltura biologica è stata normata per la prima volta in Europa (con il regolamento comunitario n. 2092/1991, recepito in Italia nel 1995 e oggi sostituito dal Reg. n. 834/2007) essa è stata considerata complementare al modello industriale di coltivazione del cibo il cui cammino verso la sostenibilità, intrecciato a quello della transizione energetica, incontra forti resistenze.

Ma l’impatto della componente antropica sul cambiamento climatico, il degrado dei suoli (che nella UE per il 13% soffrono di elevati livelli di erosione) e la perdita di biodiversità impongono una scelta di indirizzo che resista alle pressioni delle lobby. Una scelta che passa anche da un ripensamento delle politiche dei sussidi alle energie fossili (sussidi ambientalmente dannosi) tra cui il gasolio agricolo, pari in Italia a circa 1,2 miliardi di euro annuo, su un importo totale controverso. Infatti, nel 2021 si parla di 22,4 miliardi per il Governo e, invece, di 42 miliardi per Legambiente».

 

La GLAM cita inoltre lo studio pubblicato a dicembre 2023 da Greenpeace Deutschland “Sussidi e tasse nel settore agricolo: quale contributo possono dare alla tutela dell’ambiente e alla riduzione del peso sul bilancio statale?”. Questo studio, sostiene la GLAM, «suggerisce di distribuire i fondi in modo diverso e che i sussidi dannosi vengano eliminati gradualmente e completamente entro il 2030. Per esempio con disincentivi all’uso (eccessivo) dei pesticidi e incentivi alla ricostituzione di aree umide e alla rigenerazione (ripristino e tutela) dei suoli che sequestrano carbonio se vitali e, a livello globale, ospitano oltre il 25% di tutta la biodiversità.

Secondo una relazione della Corte dei conti europea del 2018, un quarto dei terreni dell’Europa meridionale e orientale era ad alto rischio di desertificazione.

Ricordiamo – conclude la Commissione – che al V Forum nazionale su Agroecologia Circolare promosso da Legambiente a novembre 2023 è stato ribadito che l’Italia è in ritardo rispetto agli obiettivi europei fissati al 2030 dalle direttive From farm to fork e Biodiversity che prevedono a livello europeo la riduzione del 50% dei pesticidi, del 20% dei fertilizzanti, del 50% degli antibiotici utilizzati negli allevamenti, e il raggiungimento del 10% di aree dedicate a biodiversità con corridoi ecologici nei terreni agricoli, e del 25% di biologico».