Il corpo della risurrezione, dono di Dio

Un giorno una parola – commento a II Corinzi 5, 1

 

Ascolta la meditazione:

 

Io sono straniero sulla terra

Salmo 119, 19

 

Sappiamo infatti che se questa tenda, che è la nostra dimora terrena, viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d’uomo, eterna, nei cieli

II Corinzi 5, 1

 

La tenda è il riparo del nomade, del pellegrino, dello straniero sulla terra. L’apostolo Paolo che esercitava il mestiere di fabbricante di tende, usa quest’immagine per descrivere una realtà con la quale siamo confrontati continuamente e cioè la provvisorietà di tutte le cose, la fragilità e la mortalità umana. Questa tenda che rappresenta il nostro corpo, la nostra dimora terrena, pian piano si consuma, si disfa. Per aiutare i Corinzi a comprendere l’insegnamento cristiano sulla resurrezione, Paolo utilizza l’esempio della precarietà della tenda confrontata alla durevolezza dell’edificio. Una cosa è l’instabilità del corpo fisico (temporaneo come una tenda) e altra cosa è l’eternità del corpo risorto (stabile e solido come una casa). 

Il corpo della risurrezione è dono di Dio. Viaggiamo come in una tenda di viandanti nel tempo e nello spazio, fino a quando non abiteremo definitivamente presso il Signore nei cieli. Gesù stesso, nel suo discorso d’addio ai discepoli, disse: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore, io vado a preparavi un luogo e vi accoglierò presso di me” (Giovanni 14, 1-6). Il Nuovo Testamento ci parla di una vita eterna che ha inizio nel momento in cui facciamo spazio a Dio nella nostra vita terrena e continuerà dopo la nostra morte. “Poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” (4, 18). Confrontati con la nostra fragilità non ci lasceremo abbattere, non cederemo alla sfiducia, alla tristezza, ma guarderemo con fede e speranza alla nostra eredità. Guarderemo avanti con la certezza che il domani è nelle mani del nostro Creatore. E niente e nessuno potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani 8, 38). Amen.