Stragi continue in Nigeria

Nel mirino anche le comunità cristiane. Colpita una chiesa battista

 

Il Consiglio cristiano della Nigeria ha espresso le sue condoglianze a coloro che hanno perso i propri cari a causa degli attacchi violenti nei villaggi remoti del nord della nazione africana. Almeno 200 persone sono state uccise: gli aggressori hanno preso di mira 17 comunità, bruciando la maggior parte delle case della zona.

 

Più di 300 feriti sono stati portati negli ospedali e molte persone risultano disperse.

 

La maggior parte degli attacchi è avvenuta il 24 e 25 dicembre, quando molti festeggiavano la vigilia e il giorno di Natale.

 

«Siamo al vostro fianco in questo momento di dolore e le nostre preghiere vanno a voi perché riceviate conforto e forza» ha affermato l’arcivescovo Daniel Okoh, presidente del Consiglio cristiano della Nigeria. «La perdita di vite umane, comprese quelle dei nostri fratelli della chiesa battista nel villaggio di Chirang, è un colpo devastante per la nostra pace e unità collettive». A Chirang è stata data alle fiamme la locale chiesa battista, e oltre al pastore sono morte fra le fiamme almeno nove fedeli.

 

Okoh ha condannato gli atti di violenza. «L’incendio di case, centri di culto e la distruzione di proprietà non è solo un atto criminale ma anche un attacco diretto ai nostri valori condivisi di pace, unità e rispetto reciproco», ha affermato. «Tali atti non hanno posto nella nostra società e non dobbiamo permettere loro di prevalere».

 

Secondo la Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale, dal 2012 più di 40 chiese sono state attaccate nel nord della Nigeria.

 

Secondo Release International, organizzazione che sostiene i cristiani perseguitati in tutto il mondo, circa 80 comunità sono state prese di mira, con centinaia di case distrutte nei villaggi delle contee di Barkin Ladi, Bokkos e Mangu.

Gli attacchi sarebbero avvenuti per mano di pastori Fulani radicalizzati, che oltre ad uccidere gli abitanti dei villaggi, hanno dato fuoco a chiese, depositi di mais e cliniche.

 

Nel rapporto sulle tendenze della persecuzione dei cristiani, pubblicato da Release International la scorsa settimana, la Nigeria è uno dei paesi a destare maggiori preoccupazioni: i dati raccolti fanno prevedere che la violenza contro i cristiani aumenterà in quel Paese nel 2024.

 

L’organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha affermato che gli attacchi di Natale sono stati «ben coordinati e deliberati e hanno preso di mira specificamente le comunità cristiane».

 

In particolare per le zone di Pushit e Bokkos c’erano state minacce scritte che alludevano agli attacchi. In alcuni messaggi si affermava «i cristiani non celebreranno il Natale».

 

A differenza del 2018, quando avvertimenti simili non furono presi in considerazione dai servizi di sicurezza, questa volta i militari sono intervenuti dopo essere stati avvertiti di un attacco a Bokkos, prevenendo la perdita di vite umane.

Gli attacchi dei pastori Fulani alle comunità cristiane sarebbero ispirati dal loro desiderio di impossessarsi con la forza delle terre dei cristiani poiché la desertificazione ha reso loro difficile il sostentamento delle loro greggi.

 

«Molti osservatori considerano la milizia radicalizzata Fulani come una minaccia maggiore dei gruppi terroristici Boko Haram e della Provincia dell’Africa occidentale dello Stato islamico», ha affermato Robinson. «Entrambe le organizzazioni hanno giurato di trasformare la Nigeria in una nazione islamica. E la milizia Fulani, nella pulizia etnica dei cristiani del nord e della cintura centrale, sta seguendo lo stesso programma».

 

Nella World Watch List 2023 dei paesi in cui è più difficile essere cristiani, la Nigeria è balzata al sesto posto, la sua classifica più alta di sempre, dal numero 7 dell’anno precedente. 

 

La stessa Nigeria è al primo posto nel mondo per numero di cristiani uccisi per la loro fede nel 2022, con 5.014, ed è anche al primo posto nel mondo per quanto riguarda i cristiani rapiti (4.726), aggrediti o molestati sessualmente, sposati con la forza o sottoposti ad abusi fisici o mentali.

 

Come l’anno precedente, la Nigeria è al secondo posto per numero di attacchi alle chiese e di sfollati interni.

 

«I militanti dei Fulani, di Boko Haram, della Provincia dell’Africa occidentale dello Stato islamico (ISWAP) e altri conducono incursioni nelle comunità cristiane, uccidendo, mutilando, stuprando e rapendo a scopo di riscatto o schiavitù sessuale», si legge nel rapporto della WWL. «Nel 2023 la violenza si è estesa anche al sud della nazione, a maggioranza cristiana. Il governo della Nigeria continua a negare che si tratti di persecuzione religiosa, quindi le violazioni dei diritti dei cristiani vengono effettuate impunemente».

 

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), il pastore Jerry Pillay, ha portato la vicinanza e la solidarietà al Consiglio cristiano della Nigeria e alle chiese e le comunità colpite dagli attacchi.

 

«Il Cec chiede alle autorità nigeriane di agire con urgenza e coerenza per prevenire ulteriori attacchi violenti e violazioni dei diritti umani ai danni dei cristiani nel nord della Nigeria e altrove. Invitiamo tutte le chiese membro del Consiglio ecumenico e i partner ecumenici e interreligiosi di tutto il mondo a unirsi per alzare la voce in preghiera per la parità di diritti umani, giustizia e pace in Nigeria».