Camaldoli: un’edizione dei Colloqui Ebraico-Cristiani nel pieno della guerra in Medio Oriente
Chiusa ieri 10 dicembre la 45ima edizione del dialogo fra le due religioni in un tempo di dialogo complicato dalla tragica attualità
«L’atto liturgico è fondante e costitutivo dell’essere credenti. In esso ogni fedele esprime la propria adesione a Dio e la propria appartenenza ai fratelli: se infatti la preghiera è l’espressione vitale e vivificante della nostra relazione con il Signore, il pregare insieme è ciò che ci caratterizza come fratelli e sorelle all’interno di un Popolo, di una Chiesa, di una comunità. In una conferenza tenutasi alla Pontificia Università Gregoriana, presso il centro Cardinal Bea, la figlia di Abraham Joshua Heschel concludeva così il suo intervento: “che il nostro dialogo [tra ebrei e cristiani] si riempia di Salmi e diventi esso stesso preghiera”».
Così si legge nel testo introduttivo al 45° incontro dei Colloqui Ebraico-Cristiani di Camaldoli.
Camaldoli è una località dell’Appennino Casentinese in provincia di Arezzo: a circa 800 m., nel cuore di una vasta foresta, sorge imponente l’omonimo monastero benedettino, fondato da Romualdo poco più di mille anni fa e da allora sede centrale dell’Ordine dei Camaldolesi. Oggi, oltre che “casa madre” dell’Ordine, è un centro vivo di animazione e formazione cristiana attraverso convegni, colloqui, seminari, con forte impronta biblica ed ecumenica.
Se dunque la preghiera è il centro vitale della fede, ecco che i colloqui 2023 sono stati dedicati alla conoscenza e all’approfondimento delle diverse modalità di preghiera ed espressioni liturgiche che caratterizzano le fedi, per crescere nella conoscenza reciproca e nella consapevolezza delle comuni radici bibliche. Come ogni anno, secondo una tradizione ormai consolidata, il Colloquio è stato caratterizzato dall’offerta di approfondimenti, momenti di scambio seminariale, incontri artistici e di preghiera, e da quel semplice e prezioso stare insieme condividendo l’intero svolgersi della giornata. Dal mondo valdese erano presenti i pastori Fulvio Ferrario e Ilenya Goss.
Un’edizione che si è svolta mentre in Medio Oriente infuria la guerra. «Il dialogo ebraico-cristiano è fatto anche di questo. Non solo opportunità di incontro e condivisione nel segno dei valori comuni, ma anche problemi che dovremo per forza affrontare in modo coerente» ha affermato Marco Cassuto Morselli, confermato presidente della Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane.
«Attraversiamo tempi difficili e pure il dialogo interreligioso rischia di risentirne. Sarà importante impegnarsi affinché non ci siano conseguenze rilevanti: Camaldoli ha 45 anni di storia alle spalle ed è essenziale che continui in questo solco», ha detto ancora Cassuto Morselli, per poi concludere: «Nonostante il clima pesante di questo periodo storico, il numero dei partecipanti non è calato rispetto alle precedenti edizioni. È un segnale positivo».