Ramìe (e un Barbera) premiati come “vini estremi”
Due giovani produttori Pinerolesi “medaglia d’oro” ai mondiali di vini estremi
La sfida vitivinicola del Pinerolese raccoglie un importante riconoscimento e lo fa grazie a due giovani che hanno scommesso sui vitigni “eroici”, quelli in altitudine che richiedono molto più lavoro. In questo angolo del Piemonte, infatti, si è tornato a piantare viti e vinificare. E i risultati arrivano: Giro di Vite, azienda agricola fondata nel 2018 da Luca Ciardossin, ex architetto classe 1989 che, dopo aver girato il mondo, è tornato a coltivare le vigne dei nonni, e sua sorella Lisa, classe 1987, che lavorava in un biscottificio, è stata premiata per l’Italia alla 31ª edizione del Mondial des vins extrêmes, unico concorso internazionale organizzato da Cervim Viticoltura eroica (sigla che sta per “Centro di ricerca, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione per la viticoltura montana”) e dedicata ai vini prodotti in zone caratterizzate da viticolture eroiche.
Venerdì 1° dicembre ci sarà la cerimonia di premiazione con riconoscimenti per vini da tutto il mondo, dal Brasile alla Georgia: in totale i vini iscritti erano 863 vini, in rappresentanza di 319 aziende provenienti da 26 Paesi, valutati da 45 tecnici degustatori internazionali.
Due bottiglie made in Pinerolo ricevono la medaglia d’oro: sono il Pinerolese Doc Ramìe Arcansiel – 2020, che Giro di Vite produce grazie ai terrazzamenti storici di Pomaretto (con un anno di affinamento in legno e uno e mezzo in bottiglia) e il Pinerolese Doc Barbera Scarpentá – 2020, nome che prende origine dalla caratteristica dei vigneti di Barbera, un po’ arruffati e indisciplinati che si sviluppano sulle terre nere della collina di Pinerolo.
Entrambi sono vini “eroici” coltivati su pendenze elevate, maggiori del 35%, il Barbera da un’altitudine superiore ai 500 metri, il Ramìe dai 700 metri. Sono vigneti che richiedono tanto lavoro, perché se per un ettaro di vigneto in pianura servono più o meno 100 ore all’anno, in forte pendenza, si va da 600 a 1200 ore annue di manodopera.
Ma non è l’unico riconoscimento. A Luca Ciardossin va infatti l’importante premio Cervim Futuro 2023, titolo assegnato alla promessa under 35 del settore. «La vedo come una grande soddisfazione per il territorio pinerolese: è importante soprattutto che la nostra zona abbia avuto questo riconoscimento» afferma Ciardossin che poi continua: «Abbiamo un passato glorioso, esistono già dal 1200 testimonianze sulla coltivazione della vite. Sulle colline di Pinerolo c’erano i vigneti, otto cru in tutto, degli Acaja e poi della Casa Reale Savoia: ora, grazie anche a tanti giovani che stanno credendoci, dimostriamo che si può fare vino di qualità anche a Pinerolo».
Per Giro di Vite questo è un anno magico. Quattro vini sono stati inseriti dal Touring Club in “Vini buoni d’Italia”: si tratta di Ramìe, Scarpentà, Pinerolese Rosso (4 stelle su 4 per tutti e tre) e Malvasia Moscata (3 stelle su 4).